A Trieste scatta l’era Fuksas: firmerà in Porto vecchio le stazioni della cabinovia
Lo sbarco dell’archistar: «Pronto a impegnarmi fino in fondo per Trieste. Qui serve equilibrio, bisogna ricorrere più all’agopuntura che al caterpillar». Il suo sogno? Poter lavorare anche alla riqualificazione dell’area della Ferriera «come feci a Milano con l’Agip»
TRIESTE Fosse per lui, Massimiliano Fuksas a Trieste si occuperebbe di tutto, dal Porto vecchio all’area dell’ex Ferriera. Giovedì mattina nel Salotto azzurro l’architetto romano ha accettato l’incarico che il sindaco Roberto Dipiazza gli propone, ovvero occuparsi delle stazioni della cabinovia nell’antico scalo, ma la sua è stata soprattutto una dichiarazione di amore per la città: «Io per Trieste sono pronto a impegnarmi fino in fondo».
Fuksas è arrivato a mezzogiorno a palazzo Cheba, dove ha incontrato Roberto Dipiazza, l’assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi e l’assessore al Bilancio Everest Bertoli. Dopo un confronto privato nell’ufficio del primo cittadino, il gruppo ha incontrato la stampa nella sala di rappresentanza. Qui il sindaco ha illustrato la città a Fuksas, avvalendosi della foto panoramica che campeggia nel salotto. «Qua si parlava di Europa quando in Europa non si conosceva nemmeno la parola – ha detto il primo cittadino – e su questa città io vorrei che mi lasci un segno, una virgola, con scritto Fuksas».
L’architetto ha ricordato i primi contatti di qualche anno fa, quando gli fu chiesto di fare da testimonial per Esof2020. Quel precedente aprì la strada a questa nuova collaborazione: «Quando il sindaco mi ha chiamato ho detto subito di sì – ha raccontato Fuksas –. Non ho pensato all’incarico, all’importanza del lavoro, com’era o dov’era. Per te (rivolgendosi al sindaco, ndr) come rappresentate di questa città e per Trieste io sono disposto a impegnarmi fino in fondo». Ha aggiunto l’architetto: «Io ho costruito da parecchie parti. A Vienna ho costruito due torri sulla Trieste Strasse, ma non ho mai costruito qui. Quello che vorrei lasciare non è un segno ma un buon ricordo di noi, di me e di te insieme».
L’assessore Lodi ha quindi illustrato la proposta del Comune a Fuksas: «L’incarico che proponiamo all’architetto è realizzare le stazioni intermedie della cabinovia e il loro inserimento all’interno del contesto del Porto vecchio».
Anche se a margine dell’incontro, poi, Fuksas ha spiegato che al momento non ha ancora messo mano all’opera, da subito ha chiarito quale sarà il suo approccio: «Trieste è una città che appena la vedi pensi “è facilissimo lavorare qui”. Poi dopo un quarto d’ora inizi a pensare “andiamoci piano”, perché è una città con un suo equilibrio e si possono fare danni enormi. Le nuove idee introdotte dal sindaco, soprattutto sui collegamenti, hanno un effetto e allora bisogna ricorrere più all’agopuntura che al caterpillar, più all’omeopatia che a certe medicine terribili».
Quanto alle critiche rivolte al progetto, Fuksas la vede così: «Prima bisogna sentire tutti e avere rispetto per chi vuole difendere e preservare. Poi ci sono le scelte. Che non sono politiche, sono ambientali, di sostenibilità, e per rendere la vita delle persone più facile».
Durante l’incontro Fuksas ha confessato che un suo sogno sarebbe stato poter lavorare alla riqualificazione dell’area della Ferriera: «Potremmo trasformarla come feci a Milano con l’Agip, sono le cose che mi entusiasmano. Se potessi metterci le mani sopra...»
Al termine dell’incontro, i due sono andati a pranzo all’Harry’s Bar assieme al direttore dei Lavori pubblici del Comune, l’ingegner Giulio Bernetti. Dopo mangiato il terzetto ha preso l’auto ed è andato a fare un giro in Porto vecchio: l’architetto aveva già visitato l’area qualche anno fa, ciononostante ne è rimasto nuovamente molto impressionato.
«È innamorato della città e del suo Porto vecchio – ha raccontato il sindaco nel pomeriggio –, probabilmente il suo intervento in quell’area non finirà solo con la cabinovia». —
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