Bulgarella alla commissione d'inchiesta: «Lasciato solo dalle banche e dallo Stato. Io non ho fatto niente»
L'imprenditore siciliano con interessi in Toscana e a Pisa: «Ho centinaia di dipendenti che lavorano per me. Io non ho mai licenziato nessuno, ma le banche ci hanno lasciato soli. Io ho venduto tutto»
«Lasciato solo» dalle banche e dallo Stato, senza conti correnti e addirittura senza una carta di credito. È così che si ritrova l'imprenditore trapanese Andrea Bulgarella, ex presidente del Trapani calcio con interessi in Sicilia e Toscana, come racconta alla Commissione bicamerale d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario. L'imprenditore del Gruppo Bulgarella S.p.A., che sottolinea «non ho mai ricevuto un avviso di garanzia», è stato scagionato dalle accuse di mafia e dai reati di appropriazione indebita e truffa, con due archiviazioni (dei gip di Firenze e di Milano), ma le banche, lamenta, non gli danno più credito. «La stragrande maggioranza delle banche lo stesso giorno che viene pubblicata questa inchiesta mi chiudono i conti e mi fanno rientrare dei mutui, anche regolari», racconta in audizione, le banche «non mi danno conti correnti, la carta di credito, non posso più lavorare, perché se non c'è il pos, un'attività commerciale non può andare avanti. E così ho dato in gestione al primo che arriva, ho svenduto i miei alberghi. Ora le banche pressano perché io rientri. Quindi questo è il mio dramma dall'ottobre 2015 a oggi».
Un dramma non solo negli affari ma anche nella vita privata. «Ho centinaia di dipendenti che lavorano per me. Io non ho mai licenziato nessuno, ma le banche ci hanno lasciato soli. Io ho venduto tutto» e per questo è rimasto senza conto corrente. «Ho subito un intervento, ma non avendo la carta di credito, mi sono dovuto far accompagnare dal geometra», racconta. Attualmente ha «molte società che sono in attivo e senza debiti, sono 7-8, ma non mi aprono neanche i conti, a parte qualche banca privata che mi costa tantissimo, dove almeno posso versare gli affitti». Nel 2020, ripercorre Bulgarella, «mi convincono i miei collaboratori per fare l'accordo con le banche per andare avanti» e così «pensavo che tutto finisse, invece peggio. Una banca dove avevo il conto, per fare un'operazione mi faceva aspettare fuori 4-5 ore, poi mi facevano entrare ma ero controllato ed ero talmente mortificato che poi non sono più riuscito a fare altre operazioni». L'imprenditore ripete come un mantra davanti alla Commissione di avere «tutti i documenti: io non ho paura, può essere anche che l'alert rischio riciclaggio blocchi tutto», ma «io non ho fatto niente, non ho ricevuto neanche un avviso di garanzia». E infine l'appello: «Mi rivolgo a voi e chiedo allo Stato: ma è possibile che un imprenditore vero che vuole lavorare, non è nelle condizioni di farlo?».