Ampliato il Centro trasfusionale all’ospedale San Polo di Monfalcone

Poggiana e Riccardi hanno illustrato l’operazione da 76 mila euro: l’arredo l’ha fornito la Fidas per un importo di 13 mila euro. Gestite 3 mila donazioni annue

MONFALCONE Tutti gli utenti del Centro trasfusionale di Monfalcone, donatori e pazienti, possono ora contare su nuovi spazi più confortevoli, oltre che capaci di garantire la massima sicurezza e privacy. Il servizio è stato trasferito dal piano terra della piastra ambulatoriale dell’ospedale di San Polo al secondo piano dello stesso edificio con un impegno complessivo di 105 mila euro (dei quali 76mila investiti nel riassetto del Centro trasfusionale) da parte di Asugi, i cui uffici tecnici hanno curato la ristrutturazione. L’arredo è stato in parte donato dalla Fidas Isontina, con un contributo di circa 13 mila euro, e il sodalizio si è reso anche disponibile per il supporto logistico.

Con l’intervento, presentato ieri all’auditorium del San Polo dal direttore generale di Asugi Antonio Poggiana, vengono garantiti sicurezza, privacy e comfort secondo i migliori standard internazionali. Il vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi (assente Anna Cisint) ha sottolineato da parte sua come l’importante traguardo sia stato raggiunto grazie alla sinergia tra l’organizzazione del sistema sanitario e dei professionisti e la generosità dei donatori di sangue, espressa non solo nel dono, secondo Riccardi, ma anche nel suo essere «soggetto propositivo e di sostegno ai nostri professionisti».

L’importanza della collaborazione tra componente politica, sistema sanitario e terzo settore è stata rilevata ieri anche dal dottor Massimo La Raja, direttore della Struttura complessa Medicina trasfusionale di Asugi, dalla dottoressa Veronica Ileana Guerci, dirigente medico della Sc Medicina trasfusionale, e dal presidente della Fidas Feliciano Medeot. La realizzazione dei nuovi locali è stata resa possibile grazie alla riorganizzazione del Laboratorio analisi al secondo piano del presidio ospedaliero, a seguito della quale si sono liberati spazi che presentano una superficie sovrapponibile alla precedente, ma con disposizione e caratteristiche migliorative, come la luminosità e la facilità di accesso, oltre alla vicinanza al laboratorio di Immunoematologia che rende più agevole il lavoro degli operatori e l’assistenza degli utenti.

Il servizio, che tra Monfalcone e Gorizia può fare affidamento su due medici, 8 infermieri e 8 tecnici di laboratorio, mette ora a disposizione anche una saletta per la compilazione dei questionari, mentre con quattro postazioni a disposizione, il Centro trasfusionale di Monfalcone può accogliere fino a un massimo di 18 donatori al giorno (dal lunedì al venerdì e due sabato al mese). «La sfida è mantenere l’autosufficienza a fronte di una curva demografica in discesa – ha spiegato ieri il dottor La Raja – e quindi lo sforzo non può che essere quello di avvicinarsi al donatore, rendendo il percorso più agevole e confortevole». Il Centro trasfusionale di Monfalcone raccoglie 3 mila donazioni all’anno tra sangue intero e plasma, effettuando più di 100 trasfusioni a pazienti oncoematologici. «Abbiamo 5 pazienti che le ricevono ogni 20 giorni e 18 a seconda delle esigenze, mentre un altro centinaio di pazienti all’anno frequenta il centro per salassi terapeutici», ha spiegato ieri la dottoressa Guerci. Il centro effettua il trattamento preventivo per l’innalzamento dell’emoglobina nei pazienti bisognosi prima di interventi. —

© RIPRODUZIONE RISERVA