Stesso prezzo, ma minori quantità: così nei supermercati le grandi aziende risparmiano con astuzia
Dalle barrette ai detersivi, la nuova strategia di marketing per far fronte ai maggiori costi. Le proteste sui social
Stesso prezzo ma pacchetto più piccolo. Stesso prezzo ma contenuto inferiore. O ancora stesso prezzo ma meno servizi. Per combattere l'inflazione galoppante e non dare al consumatore una sensazione di impoverimento tale da bloccarne la spesa e quindi i consumi, le aziende stanno reagendo con una nuova strategia: la “shrinkflation”, ancora una volta un termine anglosassone, crasi del verbo “shrink”, restringere, e di “inflation”, inflazione, per dare una definizione a un fenomeno ormai diffuso in mezzo mondo.
L'esempio classico che lo spiega è quello del pacchetto di patatine. Chi va a fare la spesa si troverà davanti lo stesso prezzo di sempre e lo stesso pacchetto che è abituato a comprare. A cambiare è il numero di patatine all'interno, 5 o 10 in meno. Un escamotage quasi impercettibile ma che si moltiplica di prodotto in prodotto: se alle patatine si vuole accompagnare una bibita, si rischia di trovarsi davanti una lattina apparentemente identica, ma in realtà leggermente ridimensionata nel diametro o nell'altezza rispetto alla solita. Negli Stati Uniti le confezioni di pasta - prodotta nel Paese con il grano tenero, materia prima di cui l'Ucraina è tra i principali produttori al mondo e che oggi scarseggia sui mercati internazionali - sono rimaste le stesse, così come i prezzi, ma il peso netto all'interno è diminuito. Mascherando quindi l'inflazione, apparentemente inesistente ma che si fa invece sentire.
La “shrinkflation” non è un fenomeno nuovo. Il caso tipo passato alle cronache è stato quello della barretta del Toblerone: qualche anno fa, per far fronte all'aumento del costo del cacao, i produttori decisero di ridurre il numero dei 'denti' di cioccolato, allungando gli spazi tra l'uno e l'altro per risparmiare sulla materia prima. Una decisione che però allora non passò affatto inosservata, scatenando le ire dei consumatori habitué. Oggi sta facendo lo stesso la britannica Cadbury che ha ridotto del 10 per cento le dimensioni delle sue barrette di cioccolato Dairy Milk mantenendo però lo stesso prezzo. Il colosso americano che la controlla, Mondelez, ha affermato di non poter far altro di fronte ai costi sempre più alti associati alla produzione: così il peso delle barrette è passato da 200 a 180 grammi.
Gli alimentari sono oggi solo la punta dell'iceberg. La strategia delle multinazionali ha contagiato anche i detersivi, con flaconi pieni a tre quarti, i bagno schiuma, i dentifrici e i rotoli di carta per la casa, dove ad aumentare è il diametro del buco interno. Le social news di Reddit sono piene di foto a confronto con i prodotti “prima e dopo”. Meno fotografabili, ma per non esenti, sono peraltro i servizi. Per far fronte ai rincari, dopo due anni di arrivi turistici ridotti al lumicino dalla pandemia, gli hotel, a partire dalle grandi catene come Marriot o Hilton, hanno studiato offerte differenziate: a prezzo più alto con tutti i servizi di sempre, come la pulizia giornaliera della stanza, a prezzo ridotto rinunciando a qualche confort, come il cambio quotidiano della biancheria.
Le colazioni a buffet, sparite durante l'emergenza Covid per garantire il distanziamento, sono tornate solo a singhiozzo, ma stavolta per non incorrere in sprechi e costi troppo alti. Nei ristoranti gli chef stanno invece cominciando ad eliminare gli ingredienti più costosi dai loro piatti e a ridurre le porzioni.
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