Liste d’attesa, 400 visite in più alla settimana ma i pisani vengono sempre prima
![Liste d’attesa, 400 visite in più alla settimana ma i pisani vengono sempre prima](https://iltirreno.gelocal.it/image/contentid/policy:1.10243918:1542780555/image/image.jpg)
La Regione aumenta alcune prestazioni a Cisanello anche per i non residenti ma il sistema che dà la priorità ai residenti non viene toccato: «È eccellente»
PISA. Ci saranno 400 visite specialistiche in più a settimana nelle strutture dell’Asl Toscana nord ovest (Livorno, Pisa, Versilia, Lucca, Massa, Carrara). Ma il criterio del “prima i pisani” nelle prestazioni sanitarie all’ospedale Cisanello di Pisa resta. La Regione non lo tocca. Ritiene che il modello organizzativo adottato dalle Aziende ospedaliero-universitarie di Pisa, Careggi e Siena – il cosiddetto “open access” per le prime visite – sia vincente. Efficace. Da non cambiare.
Il modello non si tocca
La Regione ricorda che questa «modalità di gestione delle liste d’attesa negli anni è stata confermata e divenuta modello a livello nazionale per i risultati ottenuti». Non la pensano così i tantissimi lettori, non residenti a Pisa, che hanno segnalato di non aver avuto accesso a visite ed esami a Cisanello. Al Tirreno hanno raccontato i disagi e le difficoltà per riuscire a prenotare una visita specialistica o un esame. Colpa della pandemia – sottolinea la Regione – che ha fatto schizzare le prenotazioni: in tutta la Toscana, per alcune specialità più direttamente collegate all’emergenza sanitaria, infatti, c’è un boom di prescrizioni di visite cardiologiche in persone che hanno avuto il Covid: la visita cardiologica aumenta del 40%, le prescrizioni di elettrocardiogramma Holter sono invece aumentate del 22%. Da una prima verifica sul mese di marzo rispetto a febbraio – sottolinea la Regione – si registra un incremento di offerta sia per le visite (+12%) che per la diagnostica (+10%) , anche se gli effetti maggiori sono attesi, come previsto, tra aprile e giugno.
Il vertice
Qualche problema, in realtà, nel sistema c’è. Tanto che ieri si è tenuto in Regione un vertice sulle liste d’attesa. Convocate le direzioni generali di Asl e Aziende ospedaliero-universitarie, il presidente della Regione, Eugenio Giani, l’assessore alla Salute, Simone Bezzini, e il direttore della Sanità in Toscana, Federico Gelli. Con un obiettivo: fare il punto sul piano di abbattimento deliberato a febbraio, concordare eventuali azioni straordinarie visto il boom di domande di visite ed esami diagnostici di questo momento.
Gli ambiti di garanzia
C’è un concetto – quello di ambiti territoriali di garanzia – che la Regione ripete spesso. Ambiti che – scrive proprio la Regione – «nascono in funzione del giusto principio di prossimità delle cure per garantire pari opportunità e accesso ai servizi sanitari su tutto il territorio, al fine di evitare che i cittadini debbano affrontare grandi distanze per una visita o concentrarsi in pochi grandi presidi. Garantire un’offerta adeguata in ogni territorio significa evitare che ve siano alcuni più svantaggiati rispetto ad altri».
Esami vicini, ma non per tutti
Ma le testimonianze che abbiamo raccolto in questi giorni attraverso il Filodiretto attivato dal Tirreno dicono altro. Parlano, ad esempio, di una donna di 85 anni residente in provincia di Pisa, a San Romano, e che deve fare un’ecografia alla caviglia: quando ha chiamato il Cup, il Centro unico di prenotazione, l’appuntamento le è stato fissato a novembre. Fra sette mesi a Grosseto. A circa 300 chilometri da casa. Non proprio secondo il principio di prossimità. Così anche se la prestazione è gratis, fra quello che deve pagare di benzina e magari autostrada, le conviene andare da un privato sotto casa.
Colpa del covid
A soffrire in modo particolare, in questo momento, è il territorio dell’Asl Toscana nord ovest. «Che si confronta con l’esplosione delle richieste determinata dagli effetti diretti e indiretti della pandemia – scrive la Regione – e per fronteggiarla verrà ulteriormente ampliata l’offerta complessiva in un’ottica di sinergia tra le tre aziende, pur confermando quanto previsto a livello nazionale e regionale per gli ambiti di garanzia territoriale».
Le visite aggiuntive
Per ora – secondo i dati diffusi dalla Regione – sono circa 12mila le prime visite erogate dalle Asl ogni settimana. Secondo il piano regionale adottato a febbraio proprio per lo smaltimento delle liste d’attesa è in corso un aumento di oltre 1.100 prime visite a settimana. Non risolve il problema, ma quantomeno consentirà di prendere una boccata d’ossigeno l’aggiunta di ulteriori 400 visite specialistiche a settimana per chi abita in tutto il territorio dell’area vasta Toscana Nord Ovest. Le visite aumentare sono: cardiologia, oculistica, dermatologia, pneumologia, gastroenterologia, otorinolaringoiatria, fisiatria, reumatologia – a settimana riservate ai residenti dell’Asl Toscana nord ovest.
«Di fronte al boom di prescrizioni, ho chiesto alle aziende ancora uno sforzo in più – commenta l’assessore Bezzini – . Nell’area vasta nord ovest, alla quale abbiamo dedicato un focus specifico, Azienda ospedaliero-universitaria pisana, Asl Toscana nord ovest e Fondazione Gabriele Monasterio garantiranno insieme 400 prime visite in più a settimana per le specialità più critiche. E questa è solo una delle azioni intraprese. Ringrazio tutti gli operatori sanitari e i volontari per l’enorme impegno, anche in questa fase delicata tra pandemia e aumento dei volumi di prestazioni erogate». Le visite sembrano tane. In realtà sono una settantina al giorno considerando le 8 specialità.
Non è dato sapere, invece, se ci sarà un aumento anche di esami. Però si sa per certo che la Regione ha predisposto un tavolo per verificare l’appropriatezza delle richieste di prestazioni: coinvolgendo i medici di famiglia e gli specialisti si cercerà di capire se esami e visite prescritte sono tutte necessarie.