La superficie destinata all’intervento crescerà di 13 volte rispetto all’attuale sede. Per Bani, presidente del Parco, «non si tratta di un recupero dell’esistente»
PISA. Da 54mila a 729mila metri quadrati. Con la costruzione della cittadella militare destinata ai reparti speciali dei carabinieri, la superficie occupata dall’ex Centro Radar di Coltano crescerà di quasi 13 volte. Con decine di strutture militari e non che andranno ad insediarsi su oltre 70 ettari destinati a “zona agricola di sviluppo” e a “zona agricola di recupero ambientale” che ricadono nel territorio del Parco di San Rossore.
Il progetto preliminare presentato il 9 aprile dello scorso anno dal Comipar (Comitato misto paritetico per la regolamentazione delle servitù militari Stato-Regione) per conto del IV Reparto-Direzione lavori del genio del Comando generale dell’Arma per la realizzazione di una cittadella militare destinata al Gruppo intervento speciale (Gis), al reggimento paracadutisti “Tuscania” e al reparto cinofili di Pisa individua due lotti tra via dei Cappellani e via del Caligi per un totale di 729.340 metri quadrati sui quali è prevista la realizzazione di nuove urbanizzazioni e cubature per 445. 189 metri cubi. Il progetto specifica che il nuovo insediamento «consisterà in varie strutture che verranno realizzate adottando soluzioni innovative che permettono di ottenere una maggiore durata nel tempo, coniugata con alte prestazioni di resa energetica» con «possibilità di produzione di energia da fonti rinnovabili e postazioni interne di ricarica dei veicoli elettrici» evidenziando che l’intervento proposto «contribuirà a sostenere la transizione verde».
Un “apporto” che si materializzerà solo con la dismissione di «edifici energivori attualmente in uso a Firenze, presso il Cisam (San Piero a Grado, ndr) e altri siti delle forze armate». Al piano presentato, l’Ente Parco ha dato parere negativo specificando che nell’area individuata, di proprietà del Demanio, sono presenti vincoli di area naturale protetta, ambientale e rischio di pericolosità alluvione oltre ad essere un sito sottoposto a vincolo paesaggistico. Essendo classificate come aree a zona agricola di sviluppo e zona agricola di recupero ambientale «non sono ammessi cambi di destinazione d’uso, nonché nuove volumetrie, nuove edificazioni con nuove forme di urbanizzazione».
Un parere, a fronte di «un intervento quale quello proposto che si configura come un rilevantissimo consumo di suolo», mai sottoposto al Comipar in quanto il progetto non è mai stato messo all’ordine del giorno né trattato dal Comitato. Il colpo di acceleratore lo scorso 14 gennaio con la firma da parte del presidente del consiglio Mario Draghi di un decreto che considera l’opera, da finanziare con i fondi del Pnrr, «destinata alla difesa nazionale» prevedendo quindi una semplificazione procedurale per giungere in breve tempo alla sua realizzazione. «Non si tratta del recupero della base esistente (l’ex Centro Radar, ndr) – sottolinea Lorenzo Bani, presidente dell’Ente Parco –. La nuova caserma interessa infatti due particelle del Demanio dello Stato: la 143 di 674. 535 metri quadrati e la 144 di 54.815 metri quadrati. L’attuale area della base occupa solo la 144 (54. 815 metri quadrati), mentre il resto è oggi un campo. C’è quindi incremento di superficie di circa 13 volte».