Vinitaly, in vetrina le etichette made in Fvg. La Regione punta a far conoscere la Ribolla gialla nel mondo
Obiettivo di focus e degustazioni è far conoscere il bianco autoctono nel mondo. Sono 77 le aziende nella collettiva Ersa, ma altri produttori hanno stand propri
TRIESTE La Regione rompe gli indugi e punta tutto sulla Ribolla gialla. Sarà il vino bianco autoctono, infatti, nelle sue versioni fermo, spumante e macerato, il protagonista del Friuli Venezia Giulia all’edizione di Vinitaly 2022, che si terrà da domenica a mercoledì alla fiera di Verona, dopo due appuntamenti, quelli del 2020 e del 2021, saltati causa pandemia. Dall’aprile 2019, da quando cioè si svolse l’ultima edizione in presenza della kermesse internazionale, il mondo è cambiato, anche quello del vino. E ne avremo la controprova proprio in questa edizione della ripartenza, che deve comunque ancora sottostare ad alcune restrizioni Covid.
Intanto il Friuli Venezia Giulia, in una conferenza stampa che si è tenuta ieri mattina a Udine, ha presentato la sua spedizione. Saranno 77 le aziende presenti nella collettiva dell’Ersa, il massimo numero possibile nel rispetto della normativa attuale. Negli anni “normali” i partecipanti oscillavano tra 100 e 105, quest’anno le domande per far parte dello stand del padiglione 6 erano state 92, ma chi è arrivato tardi ha dovuto rinunciare. Saranno presenti anche altri vignaioli storici, come Livon, nei loro spazi consueti, dedicati ai buyers e alle degustazioni, mentre ci sarà il debutto dei Tenimenti Civa di Bellazoia. Altri big quest’anno hanno deciso di passare la mano, in attesa che la situazione internazionale e della pandemia tornino alla completa normalità. Alcuni produttori, quali Lis Fadis, saranno inclusi nella sezione Fivi (Federazione italiana viticoltori indipendenti) che raggruppa 165 cantine di tutto il Paese, mentre Nonino, la famiglia di produttori di grappe, amari, liquori e spirits nota in tutto il mondo che festeggia i 125 anni di storia, sarà presente nel padiglione 7 e prepara una masterclass sull’evoluzione della grappa.
Dunque non ci si annoierà a Vinitaly. Il Friuli Venezia Giulia, come detto, è concentrato a promuovere, in modo deciso e definitivo, la sua Ribolla gialla, quello che è già il vino identificativo del territorio e che in futuro potrà diventare un vero e proprio “oro giallo” per la nostra economia. La Ribolla sarà protagonista di diversi focus e degustazioni, sarà presentata ai buyers internazionali di Asia (Giappone e Corea del Sud, mancheranno i cinesi per le limitazioni dei viaggi da Pechino all’estero), Gran Bretagna, Messico e Repubblica Dominicana, Africa (Camerun, Etiopia, Angola) e Usa. «La Ribolla gialla è il vino simbolo del Friuli Venezia Giulia in cui troviamo rinchiuse le caratteristiche di questa Regione - ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Zannier - : qualità, capacità, unità. Presenteremo la Ribolla come solo questa regione sa fare ovvero in mille modi diversi e tutti d’eccellenza. C’è un’intima unione tra la regione e la presenza di questo vitigno che ne determina l’identità. Mancano alcuni passaggi relativi ai disciplinari di produzione ma la sua promozione va avanti ugualmente, prima facciamo meglio è». L’assessore ad Attività produttive e Turismo Sergio Bini è tornato sul concetto di unità, evidenziando che «quando si parla di enogastronomia e turismo non si può non giocare di squadra. Penso che in questi anni abbiamo costruito un sistema importante, per cui anche a Vinitaly si parlerà di vino così come di eccellenze gastronomiche a partire dai Consorzi quali il Montasio, il San Daniele, l’olio Tergeste». Alla presentazione ha preso parte anche Adriano Gigante, presidente del Consorzio delle Doc, che ha espresso ottimismo sia sui dati di tenuta del comparto vitivinicolo, sia sulla possibilità di pronosticare una crescita del turismo enogastronomico in regione, spinta dall’integrità del paesaggio e dalla varietà dei territori.