Chiaverano, shock in consiglio, maggioranza in tilt sulle tasse
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Non passa il Bilancio e si blocca l’intera vita amministrativa del paese. Il sindaco pensa alle dimissioni. I dissidenti: «Non votiamo a scatola chiusa»
CHIAVERANO. Clamoroso colpo di scena a Chiaverano. Nella seduta del Consiglio di mercoledì la maggioranza si è spaccata: quattro consiglieri sugli otto presenti (altri tre erano assenti giustificati) hanno espresso voto contrario all’aumento di un punto percentuale dell’addizionale Irpef per il 2022, che sarebbe passata dal 6 al 7 per mille.
Un punto propedeutico all’approvazione del bilancio di previsione per il 2022. Che non è stato votato e nemmeno discusso. Fedeli al sindaco Maurizio Fiorentini sono rimasti il vice sindaco Maurizio Tentarelli, l’assessora all’ambiente Roberta Benetti e la consigliera Cristina Amato. Hanno votato contro Emiliano Iannone, Carlo Ardissono, Luciano Lauria e Giovanna di Nuzzo. Gli scenari possibili ora sono le dimissioni del sindaco che non ha più la fiducia da parte di tutta la sua squadra di governo. Ma ci vorrebbe una mozione di sfiducia ufficiale. Oppure il ritorno in Consiglio del documento contabile con le variazioni richieste dai quattro consiglieri.
La motivazione
«Non votiamo le cose a scatola chiusa», hanno detto i “franchi tiratori”. Il loro voto contrario è legato al fatto di non essere stati preventivamente informati sulla mancata applicazione della soglia di esenzione al pagamento dell’Irpef fino a 10mila euro . Una scelta adottata dal segretario comunale Giuseppe Costantino ed inserita nella delibera portata alla discussione del parlamentino, senza però informare i consiglieri.
«Anche noi eravamo all’oscuro della variazione -sostiene Fiorentini - e ci siamo trovati a discuterne in aula. Il segretario si è scusato dicendo di essersi dimenticato. Ma una soluzione c’era: bastava approvare la delibera, fare una verifica al Mef e quindi ritornare sulla questione in seguito attraverso una variazione di bilancio. Ma i quattro consiglieri non hanno voluto sentire ragioni. Ora in mancanza del bilancio il Comune è fortemente limitato nelle sue azioni in quanto, non potendo impegnare fondi non stanziati, non può pagare i fornitori, non può erogare contributi, non può avviare i lavori necessari, non può fare acquisti. Può operare esclusivamente impegnando fondi in dodicesimi sul bilancio dell'anno precedente. Di conseguenza non partiranno i lavori previsti in Via Cornetto, non verrà erogato il contributo straordinario all'associazione Rosmarino, si avranno forti limiti - se non blocchi - nell'acquisto del carburante per i mezzi comunali, non si potrà procedere all'appalto per la sostituzione delle caldaie e così via».
Il sindaco pensa a lasciare
Fiorentini, dopo una valutazione in seno alla giunta, deciderà se dimettersi o meno. «Ritengo incomprensibile il comportamento dei consiglieri -aggiunge il sindaco - che hanno votato contro. Avrei capito un voto contrario se non fossero state prospettate alternative ma, visto che l'alternativa c'era ed è stata esposta chiaramente, aver votato contro è stato solamente un voto di protesta nei confronti del segretario. Protesta assolutamente dovuta e legittima, ma che poteva essere fatta senza affossare il bilancio provocando serie difficoltà al Comune e ai cittadini. Ho sempre pensato che le nostre decisioni debbano essere prese pensando seriamente alle conseguenze che queste comportano verso i cittadini che amministriamo. Stavolta, purtroppo, non è stato così. Se non mi sono dimesso è solo perché sono da valutare le conseguenze che comporterebbe questa decisione, in quanto il Comune verrebbe commissariato bloccando ogni attività fino alle prossime elezioni nella primavera del 2023».
L’errore del segretario
Il segretario comunale nel variare il documento si è basato sulla medesima esperienza vissuta in uno dei 12 Comuni in cui lavora anche come responsabile finanziario. La materia è complessa e verte sulla gestione degli scaglioni Irpef e relative esenzioni.
«Si poteva approvare la delibera sull'addizionale Irpef senza esenzione - riflette Fiorentini - verificare subito dopo cosa richiede il Mef e poi rettificare la delibera ed effettuare una variazione di bilancio. Inoltre c’è da tener presente che una esenzione a 15mila euro comporterebbe nuovamente un buco di bilancio, che andrebbe coperto con il taglio di spese non obbligatorie anche se necessarie, ad esempio lo scuolabus ed il centro Giovani». E sono proprio gli aumenti della spesa, soprattutto quelli dell’energia, ad aver spinto l’esecutivo di Fiorentini verso l’aumento di un punto dell’Irpef e dell’Imu. Una scelta fatta da molti altri Comuni. E su questo i quattro consiglieri erano d’accordo. —