Dieci professori trevigiani No vax diffidano i presidi: «Vogliamo tornare a insegnare in aula»
Rientrati il 1° aprile, non possono fare attività con gli studenti. Lo Snals: «Demansionati, pronti ad arrivare in tribunale»
TREVISO. Lettera di diffida ai presidi di una decina di docenti trevigiani No vax, supportati dallo Snals: «Non accettiamo il demansionamento, vogliamo tornare in classe». Dal 1° aprile è stato concesso al personale scolastico non vaccinato di rientrare in servizio (350 circa, Ata compresi, erano i sospesi nella Marca), a patto di esibire un tampone negativo e svolgere attività non a contatto con gli alunni. Ma lo Snals è sul piede di guerra, ritiene la “ricollocazione” degli insegnanti No vax (con annesso passaggio delle ore settimanali dalle canoniche 18, previste alle medie e superiori, a 36) una violazione di contratto e legge: «Siamo pronti a portare le scuole in tribunale, le diffide contestano il mancato rispetto del contratto di lavoro», attacca Salvatore Auci, segretario Snals Treviso.
Già il 1° aprile il sindacato aveva inviato ai dirigenti una lettera “preventiva” di diffida, puntando il dito contro il decreto “Riaperture” che consente ai docenti No vax il rientro a scuola senza… fare lezione. Poi sono stati una decina di insegnanti a prendere carta e penna, inviando una diffida ai presidi di riferimento, ma anche al Ministero dell’Istruzione e all’Ufficio scolastico regionale. Diffide recapitate con il sostegno dello Snals.
«Il docente, se può tornare in servizio, deve essere utilizzato come prima della sospensione», incalza Auci, «o forse la decisione del ministro Bianchi rappresenta una punizione? Demansionamento e raddoppio orario vanno contro il contratto di lavoro, la diffida è per la tutela della professione. Il personale della scuola non è suddito».
Su questo punto, nella lettera “preventiva” spedita alle scuole, lo Snals aveva bollato “la prestazione a 36 ore settimanali dei lavoratori temporaneamente inidonei all’insegnamento” come «frutto di fantasiose operazioni che non trovano alcun fondamento giuridico o contrattuale».
Ma a quali mansioni sono stati destinati i docenti No vax? Intanto non sono rientrati tutti, qualcuno ha preferito rimanere ancora lontano da scuola (d’altronde c’era chi, già prima dell’obbligo vaccinale, non si sottoponeva nemmeno a tampone). Al Riccati, ad esempio, tre insegnanti No vax hanno fatto valere un’aspettativa.
A chi è tornato, più in generale, sono state affidate le attività più disparate: dalla correzione dei compiti alla segreteria, passando per i progetti di alternanza scuola-lavoro. L’unico insegnante No vax rientrato al Riccati si sta occupando, ad esempio, della realizzazione di vademecum e percorsi di studio per studenti ucraini, nell’ottica di possibili inserimenti futuri. L’insegnante rientrato al Mazzotti è stato invece adibito ad attività d’ufficio, facendo l’amministrativo.
L’unico No vax del Canova supporta i docenti nella correzione delle verifiche e nell’elaborazione di test, specie in ottica esame di maturità. Un collega del Planck, invece, sta curando la revisione dei regolamenti d’istituto. Modalità d’impiego non tradizionali che allo Snals, unitamente all’estensione alle 36 ore settimanali, vanno di traverso. —