Ecco la stangata sui negozi di paccottiglia: stop a nuove aperture nel cuore di Venezia
Il nuovo regolamento del commercio mette un freno ai negozi turistici. Costalonga: «Una svolta, risultati in tempi brevi»
VENEZIA. Il Comune di Venezia mette al bando la paccottiglia. Addio nuove aperture di negozi “tutto a un euro”, distributori automatici di snack e bibite o lavanderie a gettone nelle arterie principali della città o nei piani terra degli edifici storici, vincolati dalla Soprintendenza (sono migliaia).
Oggi già in vigore per Rialto e San Marco, le restrizioni si allargheranno poi alle zone più frequentate dai turisti (soprattutto quelli mordi e fuggi, in base ai flussi della Smart Control Room) come ad esempio: fondamenta degli Ormesini, Strada Nuova, San Polo, Accademia, Mercerie. Insomma, quelle aree ormai stravolte proprio dall’esplosione di negozietti di basso livello che hanno via via fagocitato negozi di vicinato e attività per residenti. Trasformando il tessuto sociale, contribuendo allo spopolamento cittadino e dell’artigianato locale. E dando spesso vita a fenomeni elusivi e di contraffazione, con società straniere che facevano perdere le proprie tracce nell’arco di un mese.
PRIMA DELIBERA IN ITALIA
È in questa cornice che si inserisce la «prima delibera in Italia», come conferma l’avvocato Giuseppe Chiaia, che mette un freno alla libertà imprenditoriale basandosi sul vincolo culturale di un immobile e sul vincolo del decoro nelle aree più frequentate della città storica. Codici Ateco alla mano, nel dettaglio si blocca per un periodo di tre anni, l’insediamento, anche per trasferimento, di attività di commercio al dettaglio del settore alimentare, l’insediamento di attività industriali di produzione, preparazione e vendita di prodotti alimentari (e cioè snack e bevande, non vale ovviamente per macellerie, fruttivendoli, panifici, pasticcerie e gelaterie).
Stop anche a quelle attività che non prevedono obbligatoriamente la presenza di un addetto. E cioè: tintolavanderie a gettone, distributori automatici di ogni sorta (non però gli sportelli Atm). In questi stessi ambiti dove vigono i divieti potranno invece aprire negozi di alta moda, librerie, gallerie d’arte e antiquari, arredamento e design, commercio e restauro di oggetti d’arte, cose antiche o articoli d’antiquariato, articoli di numismatica e filatelia, quadri e stampe; artigianato artistico, tradizionale.
Proprio la tutela della tradizione è tra i principi richiamati nella delibera dove si legge che «il Comune è chiamato alla temperata tutela dei caratteri ambientali e del tessuto storico-culturale della Città Antica anche in considerazione della necessità di presidiare lo sviluppo dei flussi turistici e il conseguente rischio di far perdere alla Città antica la sua autentica identità». Nel provvedimento, che potrebbe entrare in vigore entro l’estate, si sottolinea anche il carattere «urgente» della «lotta al degrado».
IN VIGORE ENTRO L’ESTATE
Approvato dalla giunta, il nuovo regolamento dovrà approdare in consiglio comunale. Solo a quel punto dovrà ottenere il via libera dalla Soprintendenza (un passaggio formale dicono dal Comune) e della Regione, competente in materia. A quel punto, le nuove regole avranno durata triennale e andranno di pari passo con il precedente blocco ai nuovi take away ed esercizi pubblici.
«STOP ILLEGALITA’»
Entusiasta l’assessore al commercio Sebastiano Costalonga, che ha ringraziato i suoi uffici e che in questi mesi ha lavorato a stretto contatto con la polizia locale e con l’assessorato alla sicurezza. «Ringrazio Matteo Salvini per avermi dato fiducia», spiega, «in città c’era necessità di fare belle cose per il commercio. Da parte del sindaco ho sempre trovato supporto, vogliamo cambiare faccia alla città. Il nostro obiettivo è contrastare la vendita di paccottiglia e bloccare quelle attività che aprono e chiudono in continuazione, alimentando l’evasione fiscale e facendo concorrenza sleale. Contro il turismo becero mordi e fuggi bisogna invece tutelare gli artigiani e i commercianti veri, che portano avanti sapere, storia e tradizioni secolari della città». —