Montecatini, ragazza violentata davanti a casa: 10 anni di carcere al secondo stupratore. Le indagini e le prove
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Lo stupro ai danni della donna era stato il culmine di una terribile notte di violenza: tre furti su auto, due rapine, uno scippo e un furto in abitazione
MONTECATINI. Dieci anni di carcere per lo stupro ai danni di una ragazza aggredita nel giardino condominiale di Montecatini mentre stava rincasando, nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 2020.
Questa la pena che il tribunale di Pistoia ha inflitto ad Abdelkabir El Hachadi, 26 anni, residente a Barga ma attualmente detenuto, per questa vicenda, nel carcere di Prato. Ma quella sera gli stupratori erano due: l’altro giovane, anch’egli di origine marocchina, Mustapha Erraji, 26 anni, residente a Bagni di Lucca e domiciliato a Coreglia Antelminelli, era già stato condannato il 17 dicembre scorso a 9 anni di carcere, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato davanti al Gup di Pistoia.
Lo stupro ai danni della ragazza era stato il culmine di una terribile notte di violenza: tre furti su auto, due rapine, uno scippo e un furto in abitazione. Tutti commessi durante quella che, in una conversazione telefonica intercettata dai carabinieri, loro stessi avevano definito «la notte nera».
A indagare sulla sequela di furti e rapine, culminati con lo stupro della ragazza, erano stati i carabinieri del nucleo operativo, che al termine di una lunga e dettagliata indagine, avevano portato in carcere, il 19 febbraio scorso, i due giovani, accusati di essere gli autori di tutti i reati. Il gip Patrizia Martucci dispose la custodia cautelare in carcere. In sede di udienza preliminare, la scelta di Erraj, difeso dall’avvocato Brunella Crecchi, di optare per il rito abbreviato, ottenendo così uno sconto di pena di un terzo. Il 17 dicembre il giovane venne condannato a 9 anni.
Diversa la scelta per l’altro imputato, che – difeso dall’avvocato Simone Braccini – si è invece sottoposto al giudizio del tribunale. Davanti ai giudici El Hachadi ha chiesto perdono per i reati commessi mentre era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il suo legale ha invece insistito perché si giudicasse insussistente l’aggravante contestata della violenza sessuale di gruppo.
Nell’udienza del 3 marzo scorso il pm Luigi Boccia aveva chiesto nei suoi confronti una pena identica a quella del complice: 9 anni. Ieri mattina, dopo una breve camera di consiglio, il collegio presieduto da Stefano Billet ha invece condannato l’uomo a una pena più severa: dieci anni di reclusione e il pagamento di cinquemila euro di multa. E a pena espiata, scatterà per l’uomo anche l’espulsione dal territorio nazionale, così come per Erraji.
L’avvocato Braccini ha comunque già annunciato l’intenzione di presentare appello, appena sarà possibile leggere le motivazioni della sentenza. «Lo stupro di gruppo non può essere contestato – ha detto – perché da quanto emerso, solo uno dei due giovani ha commesso la violenza sessuale».
Secondo la ricostruzione dei carabinieri e della procura, quella tra il 25 e il 26 ottobre 2020, per i due giovani di origine marocchina, era stata davvero una «notte nera». Giunti a Montecatini con un treno proveniente da Lucca, già alla stazione di Montecatini Centro compiono il primo reato: Erraji strappa di mano a un giovane lo zaino. Sono le 22,55 e mezz’ora dopo i due rapinano un passante in via Bainsizza, scaraventandolo a terra e sfilandogli il portafoglio di tasca. Passata la mezzanotte, svaligiano due auto in via Bovio e via Baccelli. Ma sulla prima auto saccheggiata. El Hachadi perde il proprio portafoglio con i documenti. Alle 2,50 l’episodio più grave: i due vedono passare una ragazza che sta tornando a casa dopo una serata tra amici. La seguono e, quando lei entra nel giardino condominiale della palazzina in cui abita, l’aggrediscono alle spalle. La buttano in terra, le tappano la bocca, le strappano la borsa con soldi e cellulare. Poi le strappano gonna e indumenti intimi e la stupra no.
L’INDAGINE
Incastrati dai video e dal portafogli perso in un’auto
Le indagini degli investigatori del nucleo carabinieri di Montecatini sono partite dal racconto della vittima dello stupro, trasportata poco dopo in ospedale. Setacciando i filmati delle videocamere di sorveglianza, i militari ricostruirono la serie di reati commessi dai due giovani. Poi, per arrivare alle loro identità, fu decisivo il portafogli perso su una delle auto saccheggiate. Attraverso i tabulati telefonici, poi, è saltata fuori anche l’identità del complice.
LE PROVE
Ma a inchiodarli per lo stupro è stato il Dna
A incastrare i due giovani è stata soprattutto la prova del Dna sulle tracce rimaste su un guanto in lattice strappato, trovato sul luogo dello stupro. Importanti, ai fini delle indagini, anche gli oggetti di cui i due decisero di disfarsi abbandonandoli nei giardini pubblici nei pressi di via Bustichini e trovati poi da una coppia di anziani. Alcune tessere di attività commerciali che appartenevano alla ragazza violentata, così come un paio di scarpe e un calzino.
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