Padovani in coda per scegliere il medico di base: in via degli Scrovegni arrivano anche i carabinieri
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Dopo una lunga fila, molti pazienti sono stati rimandati indietro: esplode la rabbia. Gli uomini dell’Arma hanno aiutato e tranquillizzato i padovani in attesa
PADOVA. Giovedì 7 aprile alle 13.30 in via degli Scrovegni, davanti agli uffici dell’Usl Euganea, sono intervenuti anche i carabinieri per sedare le proteste dei cittadini che erano sul posto per chiedere l’iscrizione ad un nuovo medico a causa della grave carenza attuale dei medici di famiglia.
«Siamo stati in due a chiamare le forze dell’ordine», racconta Anna Maria Callegaro, una dipendente di un colosso della grande distribuzione non alimentare, «Ero sul posto per chiedere l’iscrizione di un nuovo medico di base per mia zia, di 87 anni, residente a Mortise che, in un anno è stata costretta a cambiare medico già cinque volte. Abbiamo chiamato i carabinieri perché, dopo una lunga coda di 45 minuti, arrivati allo sportello al piano terra, ci hanno detto di tornare un’altra volta perché i numeretti, 40 in tutto, erano già esauriti. L’intervento dei carabinieri è risultato provvidenziale perché sono stati loro a convincere il responsabile dell’ufficio ad accettare tutta una serie di richieste, che, altrimenti, non sarebbero state soddisfatte».
E Callegaro racconta il calvario del cambio del medico che la zia ha dovuto sopportare da quando è morto il suo, Giorgio Antonello. «In un anno ha dovuto cambiare ben cinque medici. Avevano lo studio a Mortise, Torre ed a Ponte di Brenta. Per lei non è stato sempre facile raggiungere gli ambulatori anche perché nei quartieri i mezzi pubblici non passano spesso. Quando ne aveva bisogno, l’abbiamo accompagnata in auto. Ieri le hanno assegnato una nuova dottoressa con studio in via Lanari. Il nuovo medico designato resterà in zona oppure se ne andrà via presto?».
Il problema è diffuso in tutta la città e destinato ad aggravarsi. A Mortise il caso è stato sollevato già due anni fa da Michele Russi, portavoce dei residenti. «Lanciai il grido d’allarme appena dopo che andò in pensione Giorgio Antonello», dice Russi, «Purtroppo la mia protesta è stata presa in considerazione con un pesante ritardo». L’episodio è stato raccontato anche al medico di base Salim El Maoued, con studio all’Arcella e 1700 assistiti. «Questo è un problema grande», osserva Salim, «Spetta alla Regione trovare una soluzione definitiva. I dirigenti dell’Usl Euganea fanno quello che possono, ma la pesante realtà attuale va al di là degli sforzi organizzativi che la nostra Usl sta facendo negli ultimi mesi. Ad esempio ha dato a noi medici di base la possibilità di arrivare a 1800 assistiti, ma non credo che tale scelta sia sufficiente a risolvere il grande buco nero che si è creato».
La carenza dei medici di base è stata affrontata pochi giorni fa dall’Ordine dei Medici con il presidente Domenico Crisarà. È stato calcolato che in provincia di Padova mancano 50 medici di base su 600 e che nel 2025, con un ampio numero di dottori e dottoresse che andranno in pensione, ben 230.000 veneti resteranno senza medico di famiglia.