Giallo di Silea: sette giorni di buio, la verità solo con l’autopsia
Non sono stati trovati segni di violenza sul corpo di Antonella Bortolatto, ma le ragioni del decesso sono ancora oscure
SILEA. Da giovedì a mercoledì. Sette giorni in solitudine, tenendosi alla lontana da chiunque, e senza avvisare i propri cari. Restano oscuri gli ultimi giorni di Antonella Bortolatto: nessuno l’ha vista da quando, giovedì, ha salutato il marito uscendo per una passeggiata, fino a mercoledì mattina quando il suo corpo è stato trovato in Strada della Serenissima.
I carabinieri stanno provando a ricostruire quei sette giorni di solitudine che hanno portato la 66enne di Silea fino alla morte. La Procura sta attendendo di ricevere la relazione del medico necroscopo che ha eseguito un esame esterno della salma. In prima analisi non sono emersi segni di violenza, pertanto è escluso che siano coinvolte altre persone nel decesso di Antonella Bortolatto. Ma la morte, al momento, non ha ancora una spiegazione.
L’ipotesi che si sia tolta la vita assumendo sostanze e farmaci non trova oggi conferme. Vicino al corpo e nelle tasche non sono stati trovati per esempio blister di farmaci o pastiglie.
La 66enne è stata trovata accovacciata a terra, prona, come se stesse dormendo. Indossava ancora la mascherina. La donna è apparsa in un forte stato di deperimento. Una circostanza questa che fa ipotizzare che Antonella Bortolatto non abbia mangiato e bevuto per tutti i sette giorni, di fatto lasciandosi andare. Poi in una condizione di debolezza tanto estrema, anche l’ennesima notte all’addiaccio le sarebbe risultata fatale.
Quel che è certo è che quando è stata ritrovata era morta da poche ore: i carabinieri e i vigili del fuoco erano passati più volte in strada della Serenissima nei giorni precedenti, e il corpo della 66enne non c’era. Per fugare ogni dubbio sarà necessaria però l’autopsia.
La Procura non l’ha ancora disposta, per deciderlo sta appunto attendendo la relazione del medico, sulla base della quale deciderà se è opportuno proseguire con le indagini. Antonella Bortolatto già un anno fa si era allontanata da casa, ma quella volta il marito Claudio Conte e le forze dell’ordine erano riusciti a trovarla in tempo. Non è andata così questa volta.
La 66enne si era trasferita a Silea da appena due settimane, aveva voluto andare a vivere vicino al suo luogo preferito, la Restera, dove poter fare lunghe passeggiate alla ricerca di quella serenità che da qualche tempo non trovava più. Aveva vissuto a Silea fino al 2001, poi si era trasferita a Treviso in viale della Repubblica, in un bell’attico dove poteva guardare le stelle insieme al marito. —
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