Letta contrario alla nuova base militare di Pisa, la rivolta del Pd e il progetto che non convince
La posizione del leader dem si scontra con le previsioni del ministro Guerini, uno degli esponenti di maggior spicco del partito
PISA. S’è sentito con i dem pisani molte volte in questi giorni. Ed è stato lui a fare da pontiere fra gli umori della città della Torre e il ministero della Difesa. Inviando un messaggio chiaro. La nuova base a Pisa, a un passo dal polmone verde di San Rossore, è «una scelta sbagliata». Enrico Letta, ovvio, ha la misura esatta di quale sarebbe l’impatto ambientale di un compound militare a Coltano. Non c’è neppure stato bisogno di fornirli troppi dettaglia. Per questo anche a Il Tirreno dal Nazareno ribadiscono che la posizione del segretario è quella: «Rimando al Pd locale, con cui sono in contatto, è una scelta sbagliata», fa sapere il leader del Pd. Insomma il capo dei dem, sebbene in queste settimane abbia sostenuto la necessità di una posizione non equidistante sul sostegno all’Ucraina e perfino sull’opportunità di aumentare la spesa militare fino al 2% del Pil in vista della creazione di un esercito europeo, chiederà al governo e al ministro Lorenzo Guerini di tornare indietro sulla pianificazione delle forze di difesa.
In questo caso farà sentire la sua voce. Ma non è detto che basti a scardinare un progetto già molto avanti anche con le autorizzazioni e che lo stato maggiore della Difesa è deciso a portare a termine. Certo, rischia di innescare un piccolo incidente interno al partito. Perché la posizione di Letta si scontra con le previsioni del ministro Guerini, uno degli esponenti dem di maggior spicco. Nel frattempo, la rivolta dal Pd pisano si è allargata a quello regionale.
«Non è sostenibile per il territorio». I dem toscani si “ribellano” al progetto di realizzazione della cittadella militare nella zona di Coltano. E lo fanno puntando il dito contro il governo. «Se il progetto è quello che si legge e con quei numeri su volumetrie e strutture, è chiaro che è altamente impattante, in una zona di elevatissimo pregio, e noi siamo contrari a qualsiasi ipotesi che va in questa direzione», tuona la segretaria regionale Simona Bonafè. «Con tutto il rispetto per la sicurezza nazionale – rincara il capogruppo del Pd in consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli –, sono finiti i tempi nei quali si poteva pensare da Roma di realizzare un intervento di queste dimensioni, in un’area di elevato pregio ambientale, derogando a tutte le leggi di tutela dell’ambiente e del territorio in nome della difesa nazionale, scavalcando completamente le istituzioni del territorio e ignorando le criticità evidenziate da tutti gli enti competenti. Porteremo la questione in consiglio regionale e con un atto chiederemo al presidente e alla giunta di attivare ogni strumento possibile per aprire un confronto con il ministero e con le autorità militari per scongiurare un intervento così impattante in un luogo protetto».
A Ceccarelli fa eco il coordinatore del Pd toscano, Emiliano Fossi, che bolla la scelta del governo come «sbagliata nel merito e nel metodo». «Si va ad intaccare un'area protetta e lo si fa con una scelta calata dall'alto – accusa – le istituzioni locali si schierino tutte a difesa del territorio». “No” che seguono quello dell'ex presidente della Regione Enrico Rossi («Uno scempio», l'ha definito nei giorni scorsi) alimentando il fronte di opposizione formato da ambientalisti, antimilitaristi, pacifisti, sindacati e associazioni sfociato anche in una petizione online che in pochi giorni ha raccolto oltre 5.300 firme. «Quello che il governo Draghi ha deciso di fare a Pisa deve essere fermato: è per questi motivi, che mi rivolgo anche a Enrico Letta e a Giuseppe Conte: cari amici, serve anche una vostra reazione contro una scelta illogica e sbagliata», l'appello del segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni che nei giorni scorsi ha presentato un'interrogazione ai ministri Guerini (Difesa) e Roberto Cingolani (Transizione ecologica). Annunciano battaglia in aula anche le parlamentari di Manifesta Yana Chiara Ehm e Simona Suriano sulla base della “denuncia” del gruppo consiliare pisano “Diritti in comune” che ha sollevato il caso. «Una scelta dannosa – accusa la Cgil di Pisa –, attuata senza dibattito pubblico, sottraendo risorse del Pnrr e continuando con la logica della cementificazione, per giunta in una zona protetta. Chiediamo al governo, alla Regione, alla Provincia e al Comune di attivarsi affinché questa non venga realizzata, considerando la già forte presenza militare sul territorio, e che le risorse vengano destinate per opere di pace».
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