Udinese, la carica di Cioffi: «Pensiamo a fare 21 punti»
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«Ma bisogna evitare di farne 0»: il tecnico chiede alla squadra di accettare la sfida e rinvia l’argomento contratto a fine stagione
UDINE. Racconta soltanto un piccola bugia che ha le gambe corte per colpa dell’aritmetica: «Credo che siamo salvi». Per la verità una là sotto tra le ultime tre può ancora sorpassare l’Udinese, ma si tratta obiettivamente di fantascienza e Gabriele Cioffi ha dimostrato anche ieri di preferire di gran lunga la realtà, scandita dai ritmi del campionato: «Ora penso soltanto alla Salernitana», ha risposto a più riprese davanti a domande su argomenti diversi: quelle sulle motivazioni dell’Udinese, sul suo contratto in scadenza, sulle prospettive bianconere nelle prossime cinque settimane, le ultime di questo campionato.
«La sfida era quella di riconfermarsi». Se da calciatore era stato un difensore, da allenatore a parole Cioffi è abile anche nei dribbling. L’obiettivo “quota 50” non fa mai capolino nelle sue dichiarazioni. «Quello che ci siamo detti con i ragazzi in settimana e prima della partita è che non è più questione di vincere o non vincere le partite, ma accettare le sfide», sottolinea il tecnico fiorentino per raccontare l’approccio a una partita che nel primo tempo si è rivelata difficile: «L’Empoli è una squadra scomoda, con principi di gioco chiari.
Nella ripresa abbiamo sfruttato quello che avevamo preparato: ho la fortuna di allenare un gruppo che capisce i consigli e gli appunti così le cose sono cambiate».
Alla fine si respirava aria di festa al Friuli. «Meglio lavorare ancora per cercare di fare 21 punti o per evitare di farne 0. Il mio contratto? Sono innamorato del Friuli, sto bene, la mia famiglia verrà qui per trascorrere la Pasqua, ma non voglio che questa storia sia strumentalizzata e legata alla mia voglia di avere un altro contratto. La Curva Nord è stata da brividi e per essere ripagati in questo modo da parte dei tifosi ci vuole mentalità vincente: non significa vincere sempre, significa fare tutto per vincere.
Al resto penserò il 23 maggio a campionato finito. Ho girato mezzo mondo con grandi aspettative, ho imparato a vivere pensando alla prossima partita. Perciò io starò a testa bassa fino all’ultimo secondo, poi se la società vorrà rinnovare il contratto me lo proporrà».
In mezzo tanti flash sui protagonisti. Samardzic, per esempio: «Penso che sia un giocatore che è stato penalizzato, che ha saputo soffrire e che ora avrà delle opportunità da sfruttare». O Nuytinck, entrato solo nel finale e poi subito in campo ad allenarsi, appena finita la partita: «Capitano sei e rimani anche se non hai per un giorno la fascia: il suo atteggiamento è encomiabile».
E poi Pereyra, uscito anzitempo: «Ha un affaticamento muscolare che confidiamo rimanga affaticamento, in ogni caso se il “Tucu” non ce la farà giocherà bene qualcun altro».
Infine Deulofeu: «Sono contento per lui, non ha fatto niente ancora. E lui lo sa...». Ecco a chi Cioffi deve aver stretto la mano per l’operazione “quota 50”.