Sondaggi nei terreni dopo la voragine nel frutteto profonda 15 metri
RAVEO. Nuovi sopralluoghi – venerdì 22 aprile – a Esemon di Sopra (Raveo) nel frutteto in cui giovedì 21 si è improvvisamente formata una voragine nel terreno profonda una quindicina di metri e con un diametro di circa 20 metri.
La polizia locale ha fotografato il sito anche con l’aiuto dei droni. Il Servizio geologico della Regione valuterà il fenomeno.
IL SINDACO DI RAVEO
«Vedremo se è il caso di fare una serie di sondaggi nei terreni vicini all’abitato – ha spiegato il sindaco Daniele Ariis – per vedere che non ci siano altre criticità del genere. Il problema adesso è questo e la gente è anche un po’ preoccupata. Guardando il sito dall’alto ci si rende conto che è davvero uno squarcio enorme».
IL PRESIDENTE DEI GEOLOGI
«Questi fenomeni – spiega Francesco Treu, presidente dell’Ordine dei geologi Fvg –, che gli esperti chiamano sinkhole, indicano sprofondamenti repentini del terreno. Si creano così voragini di diametro e profondità variabili. La loro genesi è legata alla dissoluzione nel sottosuolo di ammassi costituiti da rocce gessose altamente solubili.
Entra in gioco, dunque, anche il discorso dell’acqua. I sinkhole sono pericolosi perché si formano in modo improvviso e imprevedibile. Va però detto che in Regione tali fenomeni sono studiati e tenuti sotto controllo dal Servizio geologico del Fvg che, in collaborazione con il Dipartimento di matematica e geoscienze dell’università di Trieste, ha realizzato un censimento di questi avvallamenti – che sono di diversi tipi e di grandezze e possono essere attivi o stabilizzati – che poi converge in un database nazionale seguito dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e in continuo aggiornamento. In Regione sono stati individuati circa 650 fenomeni.
I sinkhole dovuti alla presenza di rocce gessose sono presenti in 15 Comuni, anzi ora in 16 con Raveo».
IL SINDACO DI ENEMONZO
«Negli anni 50 – chiarisce il sindaco Franco Menegon – è stata tolta l’acqua dal Tagliamento la falda si è abbassata e ora quando piove la stessa falda cresce e poi torna giù.
Questo movimento scioglie le rocce gessose. Così nel sottosuolo si creano delle caverne che poi provocano i cedimenti, come è successo a Quinis dove c’erano tre case a rischio.
Si dovrebbero demolire e poi, col sostegno della Regione, si dovrebbe dare alle persone la possibilità di andare in un’altra casa. Era già stata avvita un’intesa, ma poi, tra Vaia e Covid, tutto si fermato».