Ritocco estetico illegale a Maranello: «Pamela già libera non si spiega. Giustizia per Samantha»
MARANELLO. Chiedono che si faccia giustizia i familiari di Samantha Migliore, la 35enne residente a Maranello morta giovedì a ora di pranzo dopo essersi sottoposta in casa ad un trattamento estetico al seno. La donna, che nel 2020 era scampata al tentato femminicidio perpetrato dall’ex compagno, aveva da poco ritrovato serenità a fianco di Antonio Bevilacqua, con cui si era sposata il 12 marzo; e proprio tra le braccia di Antonio, Samantha, dopo che Pamela Andress l’ha sottoposta al trattamento, ha perso conoscenza per poi non svegliarsi più.
«Era giusto che si costituisse», commenta Tina Bevilacqua, sorella di Antonio e cognata di Samantha. Andress, che stando a quanto riferito dai familiari di Migliore dopo che la 35enne madre di cinque figli ha iniziato a sentirsi male sarebbe fuggita, si è poi costituita venerdì a Cento ma poco dopo è stata rilasciata perché secondo gli inquirenti non vi è il rischio né di reiterazione del reato né di fuga. «Si doveva costituire – continua e sottolinea Tina Bevilacqua – perché era giusto così. Ma non è giusto che sia già a piede libero, è una cosa che proprio non capiamo come famiglia: non possiamo credere che quella donna sia già libera di stare a casa. Mio fratello Tony sta male».
La cognata della 35enne deceduta continua: «Si deve fare giustizia, assolutamente. Chi ha fatto morire Samantha la deve pagare, non può girare liberamente. Mia cognata è morta ed aveva solo 35 anni, non tornerà più tra di noi che siamo tutti sconvolti e senza parole».
Sono ancora tutti sotto choc i familiari e gli amici della 35enne che in questi giorni si sono stretti intorno al marito della donna, Antonio Bevilacqua, che al momento resta solo con i cinque figli di Samantha di 17, 12, 11, 8 e 5 anni. «Non sapevo che mia cognata volesse sottoporsi a questo ritocco – spiega Tina – altrimenti le avrei impedito di farlo. Tra l’altro era una ragazza bellissima, giovane, non ne aveva proprio bisogno».
Tony Bevilacqua e Samantha si erano conosciuti meno di un anno fa per poi coronare il loro sogno a metà marzo, poco più di un mese fa: «Quando l’ho conosciuta – continua Tina – mi ha raccontato la sua storia, quello che le era successo con l’ex compagno. Una storia terribile, ma lei era una donna davvero molto forte, aveva voglia di ricominciare e lo stava facendo. Si era sposata con mio fratello ed era innamoratissima di lui, stava tornando a vivere».
Sul finire del 2020 Samantha è sopravvissuta per miracolo quando l’ex compagno Giuseppe Micillo si è recato nella sua abitazione di via Vespucci a Maranello con un mazzo di rose dietro cui nascondeva una calibro 6,35 con cui ha sparato alla donna, colpendola alla testa. Samantha si era ripresa, ma la sua vita però è terminata così, all’improvviso, pochi minuti dopo che la brasiliana Pamela Andress che di lavoro è stilista ed organizzatrice di eventi, non estetista, ha iniziato ad inocularle una sostanza poi risultata letale.
Oggi inizierà l’esame autoptico sul suo corpo per cercare di capire cosa effettivamente abbia portato al decesso della donna. «Non abbiamo ancora particolari novità – spiega Tina – ma certo quando abbiamo saputo che Pamela è già a casa siamo rimasti sconvolti. Noi lotteremo e chiederemo giustizia, andremo avanti fino in fondo anche perché una cosa così non capiti mai più. Dobbiamo farlo per i cinque bambini, per Samantha e per mio fratello Tony».
Tina, come anche il resto della famiglia “acquisita” di Samantha, quella del marito Tony, aveva subito stretto un forte legame con lei: «Si faceva ben volere da tutti, perché era così: dolce, simpatica, disponibile. Si affezionava subito alle persone, ma solo quando capiva che di loro si sarebbe potuta fidare».
Anche di Pamela Andress, Samantha si è fidata: «Sì – commenta la cognata – evidentemente si è fidata di lei, purtroppo». A tal proposito, Tina Bevilacqua vuole lanciare un messaggio a nome di tutta la famiglia, rivolgendosi a coloro che stanno pensando di ricorrere a “ritocchi” estetici a domicilio, da persone non qualificate: «Non fatelo, è troppo pericoloso e non vale la pena. Rivolgetevi sempre a centri specializzati e attrezzati, o rischierete grosso, nei casi più estremi anche di fare la brutta fine che ha fatto la nostra Samantha».
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