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Апрель
2022

La magia nel sentiero delle facce. Lo scultore: «Vedo volti nelle pietre dei Colli»

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ROVOLON. Volti ed espressioni che diventano parte integrante dell’ambiente naturale, in un dialogo con i boschi che le circondano. Opere d’arte scolpite nella trachite che hanno dato vita al “sentiero delle facce” nel Monte Grande di Rovolon. Si tratta di una delle più suggestive attrazioni artistiche del Parco Regionale dei Colli Euganei, nata nel corso degli ultimi vent’anni tra le rocce euganee grazie alla maestria dello scultore Alfredo Barbiero, che ancora oggi continua a prendersi cura delle sue opere per preservarle dal tempo e dalla maleducazione.

SPAZZOLE E SCALPELLI

Spazzole, scalpelli, spugne e particolari attrezzi: è questo il carico dello zaino che Alfredo si mette sulle spalle un paio di volte l’anno per andare a fare manutenzione alle sue sculture custodite nel versante a nord-ovest del Monte Grande e nel sentiero che porta alla chiesetta di Sant’Antonio Abate di Teolo, nel Monte della Madonna. Non sono però le uniche sculture che ha realizzato: alcune sono nascoste in negli angoli del sentiero di Passo delle Fiorine e nel percorso ad anello che parte dal parco avventura. Scoprirle tutte è una caccia al tesoro tra la natura e l’arte.

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L’illuminazione

Alfredo Barbiero, 71 anni, vive con la famiglia a Cervarese Santa Croce ai piedi dei Colli Euganei. A metà degli anni ’80, durante un’escursione lungo le pendici del Monte Grande, è stato attirato dalla particolare forma di una roccia trachitica. Ha osservato la pietra per ore e qualche giorno dopo è partito con uno zaino da dieci chili sulle spalle e con un panino ed è tornato nel luogo che l’aveva ispirato: «Avevo visto un volto e con l’aiuto dello scalpello e di alcuni attrezzi ho cominciato a scolpire» racconta Alfredo «Il canto della roccia mi incantava e quasi mi parlava ad ogni tocco. Il suono della trachite guidava la mia mano mentre con gli occhi vedevo sorgere dalla roccia un volto».

Lo scultore ancora non sapeva che sarebbe tornato in quei luoghi con cadenza quasi settimanale: «Sentivo la voce del bosco che mi chiamava e non ho potuto far altro che rispondere con il suono del martello e dello scalpello nella trachite».

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Le sculture di facce, di angeli e di cristi, hanno cominciato a comparire nel sentiero e con loro anche una simpatica leggenda: «In paese raccontavano che sentivano in alcuni pomeriggi degli strani rumori provenire dal monte. Le facce sorgevano dalla roccia ed alcuni credevano che dietro ci fosse qualche mistero. C’è voluto un po’ di tempo perché scoprissero che era opera mia», sorride Alfredo.

LA MANUTENZIONE

L’artista studiava le rocce migliori da utilizzare, e anche la loro posizione era importante, perché era la natura a completare l’opera: «Muschi, licheni, ossidi. Il bosco ed i suoi abitanti con la pioggia ed il sole facevano quello che lo scalpello non poteva fare. Però a volte fanno troppo» continua sorridendo «C’è quindi bisogno di fare pulizia e manutenzione per mantenere l’opera viva. Ma non è solo la natura a mettere mano alle mie sculture. Ci sono anche delle persone maleducate che hanno rotto dei nasi e altre parti. Pochi mesi fa hanno colorato con i pennarelli labbra ed occhi» continua amareggiato «È impegnativo e difficile scolpire la trachite, io lo faccio per l’ispirazione che mi dà la natura ma soprattutto per regalare un momento di arte a chi cammina nei sentieri euganei».

Alfredo, due volte l’anno, con spugne, pennelli e sostanze particolari fa visita a tutte le sue opere per prendersene cura, dato che il sentiero è diventato anche un’attrazione per tanti curiosi e turisti.

IL FUTURO

Ci sono state scolaresche che si sono recate in visita alle “facce”, visitatori che chiedono informazioni per arrivare al misterioso sentiero: «In tanti parlano delle mie opere e sarebbe bello che il sentiero fosse segnato e valorizzato, come accade per tanti percorsi artistici simili a quello delle “facce euganee”». Il sentiero infatti è stato ignorato dalle guide e dalla cartellonistica ufficiale del Parco Colli, quando invece sentieri artistici simili presenti in altre zone del Veneto e dell’Italia, grazie ad una corretta valorizzazione, sono divenuti dei volani turistici ed attrattivi per turisti ed appassionati che aumentano l’importanza culturale di quei luoghi e generano un positivo indotto economico.




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