Il giovane morto in strada a Mantova non era solo, con lui due amici: sono fuggiti
MANTOVA. Il 23enne trovato esanime sabato notte in via Donati, a seguito di un malore rivelatosi fatale, non era solo. Con lui c’erano almeno due amici, gli stessi che avrebbero chiamato il 118, ma che subito dopo si sono dati alla fuga. Ora gli investigatori della squadra mobile li stanno cercando per ricostruire l’accaduto e identificare eventuali responsabilità.
Secondo le prime ipotesi, il giovane e gli amici che l’accompagnavano avrebbero fatto abuso di alcol che, assieme all’assunzione di stupefacenti, avrebbe causato l’arresto cardiocircolatorio del 23enne il quale è morto pochi minuti dopo il suo arrivo al pronto soccorso. Ora la salma si trova nelle camere mortuarie dell’ospedale Poma, in attesa dell’autopsia che sarà fatta entro qualche giorno e chiarirà le cause del decesso.
Sul corpo del giovane non sono state rinvenute lesioni o ferite evidenti. Cosa che, almeno per il momento, escluderebbe un’aggressione o una morte violenta. La polizia ha avviato le indagini e raccolto informazioni dagli abitanti della zona stretta tra via Trincerone e il quartiere di Te Brunetti dove il giovane di nazionalità tunisina – che era senza fissa dimora pur essendo in regola con il permesso di soggiorno e probabilmente abitava in una casa abbandonata – è stato trovato privo di sensi. Passate al setaccio anche le immagini delle telecamere della zona.
C’è un tratto di via Donati che da anni vive una condizione di degrado per via di un cantiere mai finito. Sono quattro palazzine, tutte di tre piani. Il sindaco Mattia Palazzi a suo tempo aveva emanato un’ordinanza perché la società proprietaria degli edifici, rifugio di sbandati e senza tetto, intervenisse. L’impresa era stata chiamata a «eliminare la situazione di grave incuria e degrado del territorio» e a «inibire l’accesso all’immobile, al fine di eliminare la situazione di pericolo per l’incolumità delle persone». E poi, in attesa dei lavori risolutivi, avrebbe dovuto «adottare immediatamente tutti i possibili accorgimenti idonei a segnalare e a scongiurare le situazioni di pericolo». Nonostante questo le presenze abusive nel cantiere abbandonato sono continuate. A dispetto, anche, dei tanti interventi della polizia locale. Di recente, durante un sopralluogo, gli agenti di viale Fiume hanno trovato persone che dormivano e «segni inconfutabili della presenza di bivacchi». Così come numerosi tombini e finestre aperti e balconi e scale senza parapetto.