Gli avatar sono destinati a riempire le nostre vite nel corso dei prossimi anni quando il metaverso sarà all'apice del suo sviluppo: tra lavoro, svago, shopping, eventi sociali e tanto altro ancora, dobbiamo prepararci a spostare – o perlomeno a sdoppiare – la nostra esistenza tra la realtà e il mondo virtuale. Anche ascoltare la musica e andare ai concerti non sarà più la stessa cosa: presto faremo tutto online assistendo a veri e propri spettacoli su misura imbastiti per noi – e per noi soltanto (o per un gruppo ristretto di partecipanti, a nostra scelta) - dalle principali star internazionali. Immaginiamoci ogni sera un'esibizione di Vasco Rossi o dei Maneskin moltiplicata per migliaia di location in tutto il mondo a cui basterà collegarci con un visore per la realtà aumentata e goderci lo show direttamente dal salotto.
Il merito è degli ologrammi che consentiranno alle case discografiche e agli artisti di non dover faticare tra lunghi tour in tutto il mondo: sarà sufficiente uno studio di registrazione per trasportare l'esperienza fisica di un concerto nelle prossime piattaforme digitali. E se la NASA sta provando a portare il concetto su un altro livello con i primi test sulla Stazione Spaziale Internazionale, il mondo della musica sta lavorando ad un'idea di questo tipo fin dai primi download pirata di mp3. Quando gli incassi di dischi e CD calarono vistosamente, si provò a virare verso gli eventi e i concerti per bilanciare l'attività: ora il metaverso e gli avatar 3D potrebbero garantire forti introiti a basso prezzo, andando ben oltre la semplice esibizione virtuale – che è roba di tutti i giorni per chi bazzica Fortnite o si gode le canzoni virtuali di Justin Bieber, DeadMau5 o The Weeknd.
Da una parte l'altissimo tasso di personalizzazione garantisce agli artisti di connettersi con i fan, aumentare il loro coinvolgimento e avere carta bianca in termini di interazione e capacità di interagire; dall'altra, le case discografiche possono monetizzare con eventi privati, riedizioni 3D di vecchi concerti o nuove esibizioni di artisti deceduti. Immagina di poter rivivere Woodstock come se fossi uno dei milioni di partecipanti o di poter assistere quasi “dal vivo” ad un concerto di Jimi Hendrix, Jim Morrison o Amy Winehouse.
Da quando Tupac calcò il palco insieme a Snoop Dogg e Dr.Dre al Coachella 2012 – 16 anni dopo la sua morte – la tecnologia ha fatto passi da gigante nella simulazione e nella creazione di personaggi in tempo reale raggiungendo la capacità di ricreare rappresentazioni olografiche di artisti scomparsi, consentendo loro di continuare a creare, influenzare e esibirsi per il pubblico futuro. Anche gli Abba hanno abbracciato questa nuova tecnica per tornare sul palco 40 anni dopo l'ultima esibizione registrata l'11 dicembre 1982: il gruppo svedese ha prestato la propria voce registrando un concerto in un teatro di Londra, mentre al resto ha pensato la Industrial Light and Magic di George Lucas che ha ricreato i corpi e i volti di Benny, Björn, Frida e Agnetha come se fossero giovani di 30 anni, sollevando un interessante enigma su come si contrasterà la mortalità umana degli Abba con la loro (potenziale) immortalità nel metaverso.
Se a questo quadro aggiungiamo anche il potere degli NFT in termini di gestione dei biglietti, degli eventi e di tutto il merchandising digitale in arrivo, ecco che il mondo della musica rischia di essere completamente stravolto nel giro di pochi anni. Con gli avatar digitali al centro di questa nuova avanguardia, sarà interessante capire quale sarà la reazione del pubblico a questo prossimo stravolgimento.