La gauche è sparita dalle urne, operai e contadini votano Le Pen. I manager stanno con Macron
Emmanuel Macron è stato riconfermato all’Eliseo. Soltanto i più sprovveduti o i più scatenati fan di Marine Le Pen potevano aspettarsi un risultato diverso. Al presidente uscente, in calo di popolarità nelle ultime settimane, è riuscita l’operazione ‘attenti al lupo’. “Votatemi per non consegnare il Paese alla destra cattiva”. E così è andata. Anche se molto meno del passato, i francesi hanno votato per la continuità, per lo status quo. E per fermare la pericolosa leader del Rassemblement national. La figlia di Jean-Marie che, scava scava, rimane sempre, chissà perché, una presunta minaccia per la tenuta repubblicana.
Macron vince con lo spauracchio del lupo nero
Ma da qui a parlare di successo per Manu, come lo chiamano i suoi sostenitori, ce ne passa. Analizzando il voto francese emergono molte indicazioni preziose. Al di là della lettura scontata del passaggio al secondo turni dei voti degli elettori di Jean-Luc Mélenchon. Di questi il 42% ha scelto Macron, mentre il 45% è rimasto a casa. Gli elettori di sinistra, insomma, hqanno seguito, magari tappandosi il naso, le indicazioni del proprio leader. Che aveva chiesto che nemmeno un voto della France Insoumise andasse alla Le Pen. Ma la sinistra dove sta? Dalle urne è scomparsa. Il glorioso Partito socialista non raggiunge il 2 per cento. E Macron non può certo dirsi un compagno. Anche se sarà costretto a nominare mi ministri vicini a Mélenchon, resta un giovane rampante presidente dei ‘ricchi’. La Francia profonda, la Francia rurale e quella operaia hanno votato per la figlia del fondatore del Front national.
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La Francia operaia ha votato per Marine Le Pen
Guardando alla mappa del voto emerge che le grandi città, non solo Parigi, hanno premiato monsieur le président. Che a Parigi arriva all’85%, supera il 75% a Lione e Lille, tocca il 60% anche a Marsiglia. Le piccole città, i borghi e le campagna invece si fanno sedurre da Marine. La Francia urbana, i ricchi scelgono Macron con margini enormi, mentre la Francia rurale rimane fedele alla sfidante di destra. Che cresce nel Sud-Ovest del Paese e rimane forte nel Nord-Est. La vittoria di Macron si tocca con mano nei centri storici ma anche, a sorpresa, nelle banlieues. Non certo per merito del presidente riconfermato, ma per Mélénchon. Che nelle periferie ha lo zoccolo duro del suo elettorato. I dati di Bva mostrano i un Macron che vince in tutte le classi d’età, ma soprattutto tra gli over 70. La fascia dei cinquantenni e quella dai 25 ai 34 anni riservano un testa a testa tra Macron e Le Pen. Che stravince tra impiegati e operai. Con il 57% dei voti dei primi e il 58% tra i secondi. Ottiene percentuali anche tra i simpatizzanti dei gilet gialli. Con la ‘pericolosa’ leader dei sovranisti c’è la Francia a basso reddito. Quella popolare e fuori dalle città sceglie la destra di Le Pen. Che infatti rivendicando gli otto punti in più ottenuti rispetto al ballottaggio di 5 anni fa, una crescita di quasi tre milioni di voti. Che non bastano però a concretizzare un sogno a lungo atteso. Il dato certo di queste presidenziali, in attesa delle politiche di giugno, è che i manager e i ricchi stanno con il presidente riconfermato e che la sinistra non è pervenuta.
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