Prenota e chiede soldi a nome di altri, a Massa la truffa delle false ordinazioni nei locali

MASSA. Le forze le concentra sulla scelta del nome: sa bene che presentarsi in un negozio da amico o dipendente di un imprenditore noto e stimato è la carta vincente. Così eccolo entrare in bar, ristoranti, tabaccherie e pizzeria a nome e per conto – dice lui – di albergatori, pasticceri, titolari di negozi di abbigliamento. Ordina, fa mettere da parte, chiede consegne e riesce pure – quasi sempre – a spillare soldi. Dieci, venti, anche cinquanta euro ogni volta.

Qualche giorno fa valica la soglia di un ortofrutta, si presenta come dipendente di Lino Rossi, titolare di bar e pasticcerie, e ordina 10 chili di fave, poi si dilegua. Il fruttivendolo attende l’intera giornata, a chi entra per comprarsi qualche fava, spiega che la verdura è tutta prenotata, ma quando nessuno si presenta a ritirare i dieci chili, decide di vederci chiaro e raggiunge una delle pasticcerie Rossi: «L’esercente – spiega Lino Rossi – è venuto in negozio e mi ha chiesto quando volessi ritirare le fave ordinate. Sono rimasto basito». Ancor più basito quando scopre che, a nome suo, qualcuno ha prenotato 15 pizze in un locale del centro città. Il titolare della pizzeria contatta Rossi e gli chiede se davvero voglia quelle 15 pizze, sa che Lino le pizze le prepara e vende nel suo negozio di Romagnano ed è stupito della sua ordinazione. Ma non è finita, lo sconosciuto passa in azione anche in un’edicola: chiede di avere 50 euro in banconote di piccolo taglio e assicura che entro la sera passerà Lino Rossi a lasciare quei 50 euro. Ma Rossi non se sa nulla e i titolari della rivendita di soldi dalle tasche, insospettiti, non se ne sfilano.

Non c’è una zona preferita, l’uomo delle ordinazioni fantasma agisce dovunque: si presenta in un ristorante di via Romana, in una tabaccheria della stessa zona. Ordina, fa prenotazione e chiede 10, 20, 30, a volte 50 euro. A Marina “spende” il nome di imprenditori alberghieri conosciuti e stimati. Si presenta dal parrucchiere, alla lavanderia, in pizzeria e pure in due ristoranti come dipendente dell’hotel Luna, l’albergo della famiglia Antonioli. Alla parrucchiera chiede di raggiungere l’hotel perché è saltata la corrente elettrica e ci sono ospiti che necessitano di una messa in piega, in lavanderia dice che lo stesso hotel ha lavatrice rotta e servono servizi di pulizia per la biancheria da camera.

Qualche giorno fa al Luna chiama il proprietario di una gelateria, nel cuore di Marina. Risponde dall’hotel Nicolò Antonioli, figlio del titolare Domenico e avvocato: «Il gelataio mi chiedeva conferma per la torta in pan di spagna per 15 persone». Torta mai ordinata da Antonioli.

In poche ore lo sconosciuto passa all’azione in numerosi negozi sempre sfruttando il nome dell’hotel Luna: «Dalla proprietaria della lavanderia è riuscito ad avere 10 euro, 20 ne ha chiesti alla parrucchiera. Domenica sera – spiega Nicolò Antonioli – il ristorante la Carretta mi ha contattato per la conferma del tavolo prenotato per 20 persone. Prenotazione che noi mai abbiamo fatto. Lo stesso è accaduto in un altro locale. Un danno importante per i proprietari di quelle attività. Riservare 20 posti per clienti che non ci sono, significa rinunciare a clienti veri». Domenica l’uomo delle false ordinazioni riserva 10 coperti in un ristorantino dicendo che l’hotel Luna è allagato e non può garantire la cena. A quello stesso locale riesce a spillare 40 euro.

Nicolò Antonioli, come Lino Rossi, avvisa colleghi ed esercenti del pericolo: «Prima di tutto – spiega Nicolò – ho pensato di informare i titolari di attività, spiegando che qualcuno fa ordini e prenotazioni a nome nostro. Ho scoperto che quanto accaduto a noi, è capito ad altri. Domani (leggi oggi) provvederò – adesso l’albergatore parla con la consapevolezza del legale – ad informare le forze dell’ordine perché possano intervenire».