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Апрель
2022

In sciopero perché “la festa non si vende”, ma a Prato le grandi catene aprono e tirano dritto

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PRATO. «Siamo rimasti in pochi: noi della Filcams e il Papa a pensare che la domenica e le feste comandate devono essere passate in famiglia». Così dice Nunzio Martino delegato Filcams Cgil Prato parlando dello sciopero nelle attività commerciali proclamato dal sindacato per la festa della Liberazione e per la festa dei lavoratori il Primo maggio con un’unica motivazione: “La festa non si vende” e tutti i lavoratori hanno diritto di celebrare le festività laiche e religiose.

La Filcams sostiene che l’adesione allo sciopero c’è stata ma che per avere un quadro più preciso bisognerà aspettare oggi. E sottolinea quanto molte sentenze hanno sancito: il datore di lavoro non può obbligare un dipendente a lavorare in un giorno festivo anche se è infrasettimanale. Sono circa un migliaio o qualcosa di più i lavoratori del commercio nella grande distribuzione a Prato, secondo Nunzio Martino. Di questi quasi 500 sono impiegati tra Coop ed Esselunga. Per la precisione sono 220 al Parco Prato che è il punto vendita più grande, poi 220 dei punti vendita dell’Esselunga e poi nei vari supermercati dei comuni limitrofi (70 solo a Montemurlo).

E in questo 25 aprile non c’è stato il pericolo di restare senza pane o latte come poteva succedere in passato. Ecco una panoramica dei supermercati rimasti aperti a Prato e provincia: Eurospin in servizio un punto vendita su due; Pam tutti i punti vendita aperti; Conad tutti i punti vendita aperti; Penny Market punti vendita aperti; Esselunga tutti i punti vendita aperti, ma saranno chiusi il Primo maggio; Lidl punti vendita chiusi. E Coop punti vendita chiusi ieri anche il Primo maggio. «Ogni anno aprono sempre di più – continua Martino della Filcams Cgil Prato – . La tendenza è quella di stare sempre aperti. Sappiamo anche che le aziende la domenica fatturano e anche molto». Le aperture domenicali e le feste rappresentano da tempo un argomento di dibattito . Prima del decreto Monti del 2011, si era arrivati ad un compromesso, una sorta di rotazione in modo da non avere tutto chiuso o tutto aperto. La turnazione era su base territoriale in modo da permettere ai lavoratori della grande distribuzione di passare le domeniche o le feste comandate anche a casa. Con l’arrivo del decreto Salva Italia il sistema della rotazione è stato abbandonato e addirittura sono stati aperti supermercati aperti 24 ore su 24, quelli che per lo studioso americano Jonathan Crary rappresentano “l’assalto del capitalismo al sonno”. Nunzio Martino spiega che la motivazione prevalente che arriva dai manager dalla grande distribuzione è che « devono stare sul mercato e quindi siccome i competitori sono aperti anche loro lo devono esserci per cercare di conquistare nuovi segmenti di mercato». «Non si tratta nemmeno di compensare le perdite causate dalla pandemia – conclude Martino – perché la grande distribuzione ha sempre lavorato. Nessuno punto della grande distribuzione ha chiuso a causa del Covid».

Di parere diverso Tommaso Signorini titolare dei supermercati Conad di Prato «Noi come Conad siamo sempre aperti tranne tre giorni l’anno: Natale, Capodanno e Pasqua. Questa è una scelta che abbiamo fatto circa 10 anni fa, all’epoca del governo Monti, e a quel tempo abbiamo assunto 20 persone, e grazie a questo diamo da mangiare a 20 famiglie». Aperto per la festa della Liberazione anche il Centro Commerciale i Gigli, la direzione però non ha rilasciato dichiarazioni sulla scelta.

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