«Ora e sempre Resistenza»: e sul palco salgono i giovani
il caso
VOGHERA. «Ora e sempre Resistenza». Dice così la ragazza che è salita sul palco in piazza Duomo e che ha impugnato un microfono (non quello ufficiale) per raccontare, appunto, di come i giovani vivono e vedono la giornata della Liberazione. Un intervento decisamente fuori programma che ha persino provocato, alla fine, l’intervento delle forze dell’ordine.
A Voghera il lungo corteo è partito ieri mattina dall'ex caserma di cavalleria, con corpi di polizia, Alpini, rappresentanze dell'amministrazione e tanti cittadini, dopo diverse tappe (tra cui quella al Grattoni, per un omaggio a Jacopo Dentici, con le letture degli studenti) è arrivato in piazza del Duomo, davanti al municipio. Proprio dinanzi a palazzo Gounela, mentre sul palco si sono alternati gli accorati interventi del sindaco Paola Garlaschelli, del presidente del Consiglio Daniele Salerno e di Danilo De Biasio, direttore del Festival dei diritti umani, qualcosa accade.
Succede che, finito il lavoro degli oratori, quando già la sindaca e il resto dell’amministrazione comunale si stava allontanando, una ragazza, alta, con gli occhiali, sale sul palco e riprende a parlare. A spiegare che secondo lei, secondo i ragazzi dei due gruppi di studenti vogheresi impegnati in politica e nel sociale – I Cardellini e Noi siamo Idee –, la Resistenza, che sia con la maiuscola o meno, è fatto di ogni giorno. Che l’attenzione non deve mai calare, che i diritti e la democrazia sono lì, a rischio, ad ogni passo. E cita il caso di Adriatici, l’assessore leghista che ha ucciso Youns con un colpo di pistola, e le violazioni dei diritti degli immigrati. Il tono è talmente accorato, le parole ragionate e logiche, che la gente torna indietro e applaude. Cinque, sei minuti di discorso, poi sul palco sale una rappresentante dell’Anpi che spiega alla ragazza che ha avuto il suo spazio, non previsto, che così a dire il vero non si fa, ma che la democrazia è anche lasciare spazio alla parola.
Finirebbe lì la storia, se pochi istanti dopo, quando il gruppo di ragazzi fa per allontanarsi, i carabinieri non intervenissero per “identificare” quel gruppetto di studenti. Un gesto eccessivo che non sfugge ai consiglieri comunali del gruppo Civico: «Ci siamo subito avvicinati – racconta Giorgio Barbarini, che era lì con altri – e abbiamo detto ai carabinieri: se volete identificare, allora identificate pure noi... È finità lì, senza altre polemiche. E comunque, che bello vedere tanti giovani occuparsi di politica, è stato un gran bel segnale per Voghera».