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Апрель
2022

La Gen Z al cinema: «Vogliamo personaggi che possono sbagliare e in cui specchiarci»

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La Gen Z al cinema cerca personaggi umani, capaci di fallire: personaggi che cadono, si rialzano, segnati da quello che vivono, di un certo spessore psicologico. E vogliono che sulla pellicola venga rappresentato ciò di cui spesso non si parla.

Dune: generazioni a confronto

I nati negli anni '60-'70 e la generazione Z (nati tra il 1995 e il 2010) hanno un titolo in comune quando si parla di capolavori “Dune”. La prima versione risale al 1984. La storia si svolge in parte sul pianeta Caladan (molto simile al suolo scozzese) e in parte sul pianeta Arrakis (simile ad un deserto arabico). Colpisce che allora per rappresentare i Fremen, una popolazione nomade del pianeta Arrakis siano stati scelti degli attori caucasici, quando dovrebbero essere bruni o di pelle scura. È un problema che la nuova versione ha superato, incaricando attori fisiognomicamente più adatti.

Un cambio significativo è stato poi apportato al personaggio di Paul Atreides, il protagonista, interpretato da Kyle MacLachlan nel 1984. Un uomo nella prima età adulta, sicuro di sé e molto abile nella politica e nei combattimenti. Molto più vicino al libro è invece il nuovo Atreides: interpretato da Timothée Chalamet, Paul è un ragazzino che si avvicina all’età adulta e, come i ragazzi che lo hanno visto sullo schermo, è spaventato dai cambiamenti che avvengono con la sua crescita. Si ritrova in una situazione molto più grande di lui, guarda il mondo con curiosità e meraviglia, segue il padre (Duca Leto Atreides) per imparare il ruolo che poi sarà suo. Le due versioni hanno però in comune la scelta di star amate dal pubblico: nel 1984 era stato il musicista Sting a interpretare Feyd Rautha Harkonnen (assente nella nuova versione), mentre nel 2021 è stata scelta Zendaya per interpretare una versione forte e sicura di sé di Chani, guerriera Fremen.

Le due pellicole differiscono anche per la durata: la versione odierna dura circa venti minuti in più ma, di fatto, rappresentata solamente la prima parte di ciò che “Dune” realmente è. Il motivo? Più spazio alle diverse culture, alle dinamiche di quell’universo, più spessore ai personaggi e ai moventi della trama: le nuove generazioni si sono rese conto che rappresentare “Dune” in due ore non renderebbe giustizia alla storia.

Il contributo della Gen Z in 007

Se c’è una nuova uscita in cui si vede molto bene qual è stata l’influenza dei più giovani è il venticinquesimo James Bond, “No Time to Die”. Fa parte di una saga che continua dal 1962. L’ultimo capitolo, in particolare, è quello che rappresenta la svolta più grossa del franchise, con innovazioni così moderne che anche i fan più giovani sono stati colti di sorpresa.

No Time to Die vede nei panni di James Bond Daniel Craig che chiude il capitolo cominciato nel 2006. Il nuovo James Bond differisce molto dalle versioni precedenti ed è il motivo per cui alcuni dei fan più longevi sono inclini all'odio nei suoi confronti: Bond fa abuso di sostanze stupefacenti e alcol, è scontroso e diffidente, facilmente irascibile e costantemente alla ricerca di affetto come conseguenza della morte dei genitori e dell’abbandono emotivo (tanto che tende più volte a legarsi affettivamente ad altri personaggi dopo poco che ha fatto la loro conoscenza). Si tratta di un personaggio articolato e umano, che non è più l'eroe della situazione, ma semplicemente un'altra vittima della crudeltà del mondo. Inoltre, si sono sollevati fra i fan alcuni interrogativi sulla sua sessualità: la colpa viene data alla scena in “Skyfall” in cui Bond e Silva (l'antagonista) stanno conversando; tutta la scena, dialoghi in particolare, sembra essere stata costruita in modo ambiguo dai creatori, e, di conseguenza, i fan hanno iniziato a pensare che Bond possa aver avuto relazioni (o rapporti) con persone del suo stesso sesso. A dare consistenza a questa teoria è stato poi il suo atteggiamento nei confronti di Q, uno dei personaggi con cui Bond si trova più a suo agio (e per i fan tra i due c’è più chimica rispetto a quella tra Bond e la sua amante Madeleine Swan). Il modo in cui i due interagiscono lascia credere in una sua possibile bisessualità, teoria mai confermata né smentita.

Dopo essere sparito per alcuni film, Q è infatti ritornato come un giovane uomo sarcastico e che non si fa mettere i piedi in testa. Interpretato da Ben Whishaw (allora trentenne), il nuovo Q è molto apprezzato dai fan più giovani per il modo in cui smentisce la credenza che l’età sia un sinonimo di efficienza. Ma la novità più grossa arriva nell'ultimo film. Q aspetta un ospite, è evidentemente in ritardo con i preparativi e Bond arriva a casa sua. «Lui sarà qui tra venti minuti», sbotta Q. Con questa frase, Q è diventato il primo personaggio apertamente omosessuale (e non stereotipato) della saga. I fan più giovani lo identificavano come gay sin dalla sua prima comparsa in Skyfall, ma nessuno si aspettava che potesse essere realmente messo in scena poiché i fan dai quarant'anni in su avrebbero potuto non gradire (e di fatto così è stato). Sebbene della sua omosessualità poi non si faccia nulla per il resto del film, fare di Q il primo personaggio omosessuale, interpretato da un attore omosessuale, nella saga è stata una grande svolta.

Omosessualità e non solo

Guardando No Time to Die, in effetti, i fan hanno avuto fin da subito l'impressione che i produttori avessero letto le Fanfiction: molte delle cose che vengono rappresentate nel film sono ciò che i fan hanno sempre voluto vedere sullo schermo: James Bond in Italia, Q apertamente omosessuale, James Bond che ha una figlia, e molto altro.

Chi fa parte della Gen z vuole trovarsi di fronte ad un personaggio e poter dire “è come me” oppure “questo è ciò che io voglio diventare”. Tutti vogliono sentirsi rappresentati: rendendo canonica l’omosessualità di Q, allcuni fan hanno avuto modo di vedere qualcuno che li rappresentasse sullo schermo e che lo facesse pure bene, senza stereotipi o esagerazioni, facendo vedere al mondo intero che anche loro sono umani, hanno potuto dire «noi ci siamo e ci siamo sempre stati». Avere un attore omosessuale nella parte di Q è stata solo la ciliegina sulla torta. Lo stesso discorso si replica per le diverse etnie: sentirsi rappresentati nel modo corretto è gratificante, soprattutto se in grandi film. Le nuove generazioni sembrano volere più inclusività (fatta bene), più spazio alle vicende personali, alle debolezze. Vogliono sentirsi rappresentati.

La definizione

Fanfiction è un racconto scritto da un fan che prende come base un film, un libro e il mondo da essi creato: nelle fanfiction i personaggi vengono in contesti, scene e storie che non hanno mai avuto luogo nell’originale. Di fanfiction su James Bond ce ne sono moltissime. Ebbene, guardando “No Time to Die”, i fan hanno avuto fin da subito l’impressione che i produttori avessero effettivamente letto le Fanfiction che circolano per il web, come se si fossero rivolti indirettamente ai fan in cerca di ispirazione. 

Isabella Denari




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