Allianz, tutto in 80 minuti senza fare calcoli
TRIESTE. E se la via dei play-off alla fine passasse per quella della salvezza? Nel calcolo delle mille combinazioni possibili per vedere l’Allianz alla post season c’è anche il fattore pericolanti. Se l’attuale penultima, la Fortitudo, battesse domenica Napoli raggiungendola a quota 20 nell’ultina giornata entrambe dovrebbero giocarsela alla morte per evitare la retrocessione. Le avversarie? Pesaro e Reggio Emilia, le attuali coinquiline di Trieste a quota 26, in quello spazio che può dare i play-off come un beffardo nono posto e vacanze anticipate.
Naturalmente l’Allianz per arrivare tra le prime 8 deve badare soprattutto a vincere, senza condannarsi a quella roulette russa chiamata classifica avulsa. Ma, con 80 minuti soltanto da giocare, tutto conta. Quanto pesi in questo momento affrontare chi deve mettersi in salvo, del resto, lo ha verificato a proprie spese la stessa Allianz. La sconfitta di Brindisi più che con i demeriti si spiega soprattutto con l’intensità e la disperazione degli avversari. Una sconfitta per la banda di Vitucci sarebbe stata drammatica.
L’HappyCasa ha gli uomini in grado di risolvere le partite (Harrison ma anche Gentile che con due bombe ha frustrato un tentativo di allungo biancorosso) e il tifo di tremila tifosi. Nel dopogara coach Ciani ha promosso la prova dei suoi. Ci sta. Un mese fa Trieste si sarebbe immolata subendone 20. Ora ha sgomitato dal primo al quarantesimo, senza sottrarsi. Per avere la certezza dei play-off vincendo le prossime due gare bisogna però fare ancora un piccolo passo.
Più concretezza e più cinismo. In un paio di occasioni, nel primo tempo, sul +6 palla in mano, Trieste ha dato l’impressione di poter indirizzare il match a proprio vantaggio. Dilatare il margine avrebbe caricato Brindisi di pressione portandola a forzare. In quei momenti è mancata la freddezza per segnare una svolta e l’HappyCasa - che di uomini con il feeling con il canestri ne ha - è riuscita a mantenersi in equilibrio. Dettagli forse. Ma anche quelli pesano.
Non è stata un dettaglio invece la prova di Adrian Banks. Il PalaPentassuglia, in passato casa sua, non gli ha perdonato niente, sottolineando fragorosamente qualsiasi errore. Sul parquet è stato marcato in modo pressante, aggressivo. Però era difficile aspettarsi qualcosa di diverso. Una piazza che si è sentita tradita un anno fa, il trattamento di riguardo per il principale terminale offensivo. Il pistolero è sembrato nervoso, a disagio, m è soprattutto nella fase difensiva che è mancato permettendo a Redivo un avvio da padrone.
Se nel caso di Banks, però, si può trattare di un incidente di percorso solleva più perplessità la prestazione di Konate. Come se il giocatore visto nelle ultime partite fosse sparito riportando in campo la versione più svagata e inconsistente. Un problema più di approccio mentale che tecnico: senza Delia si carica di responsabilità e gioca di conseguenza, dimezzando il minutaggio con il compagno dimezza la concentrazione. All’Allianz nei prossimi 80 minuti serve un Konate che in campo ci sia corpo e testa. Protagonista per tutto il tempo che si meriterà di giocare. Concedergli lo starting five è un atto di fiducia. —
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