Reggio Emilia, «Treni troppo rumorosi al deposito». La pm accusa i vertici Fer, Tper e Ma.Fer
REGGIO EMILIA. Le tensioni che da tempo contrassegnano, a suon di esposti in Procura, chi risiede nei pressi e chi gestisce il deposito ferroviario di via Talami – nel quartiere di Santa Croce – sono ora sfociate in un processo che avrà inizio a dicembre davanti al giudice Michela Caputo.
La pm Maria Rita Pantani – titolare del fascicolo – ha infatti chiuso le indagini e citato a giudizio i legali rappresentanti delle tre aziende ferroviarie (Fer, Tper e Ma.Fer) che gravitano sul deposito con attività e compiti diversificati.
I tre amministratori unici sono accusati di disturbo del riposo delle persone e gli accertamenti degli inquirenti si riferiscono ad un periodo che parte dal 31 maggio 2019.
Secondo quanto ricostruito dalla pm Pantani, i problemi sarebbero sempre collocabili di notte fra le 4 e le 6 di mattina, con nel mirino «manovre ed accensioni di mezzi su rotaia – si legge nel capo d’imputazione – nello specifico motrici a gasolio che stazionano fuori dai capannoni di deposito per le procedure di verifica e sicurezza, provocanti inquinamento acustico con livelli sonori superiori al valore limite previsto, nella fascia notturna di 60 decibel (dba), arrecavano disturbo al riposo delle persone residenti nelle immediate vicinanze dello scalo stesso».
Sforamenti acustici che l’accusa specifica facendo dieci esempi racchiusi in cinque mesi del 2019, con “punte” sino a 63 decibel (l’11 giugno di tre anni fa). Per chi ha indagato vi sarebbe la responsabilità di tre aziende: Ferrovie Emilia Romagna (Fer) che ha la gestione del deposito ferroviario, Trasporto passeggeri Emilia Romagna (Tper) che eroga il servizio di trasporto ferroviario locale, infine la Ma.Fer che si occupa della manutenzione, riparazione e rifornimento dei treni che gravitano sul deposito.
Da alcuni anni il comitato Santa Croce che rappresenta i residenti protesta non solo per il rumore ma anche per i fumi inquinanti legati ai vecchi treni diesel che stazionano a ridosso delle case e si riforniscono di gasolio. Il deposito ferroviario di via Talami esiste dalla fine dell’Ottocento, ma una volta vi erano pochi treni.
Ora ovviamente la situazione è cambiata e da quando – nel 2014 – l’Act l’ha ceduto a Fer, vi sostano quelli di tutte le linee secondarie, compresa la Parma-Suzzara, dal momento che sono stati chiusi i depositi in provincia.
Sono stati depositati due esposti in magistratura: il primo nel gennaio 2018 denunciando immissioni acustiche e gassose, il secondo nel settembre 2019 con alcune integrazioni. In soldoni, i residenti osservano che i treni dovrebbero fare rifornimento in un luogo lontano dalle case e che lì si dovrebbe trasferire in altre zone con minore densità abitativa e con meno problemi di impatto ambientale e sanitario. Un braccio di ferro ora al centro di un processo per il rumore notturno.
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