Trionfale ritorno in B per Filippo De Col. «È la prima promozione: tutto stupendo»
BOLZANO
Novanta punti. 9 gol incassat in 38 partite. Un torneo dominato nei numeri, anche se vinto solo all’ultima giornata per l’altrettanto superlativa stagione del Padova, fermatosi a quota 85. Il Sudtirol è in serie B e Filippo De Col è di nuovo in cadetteria.
Una stagione da protagonista del terzino alpagoto, trasferitosi in Alto Adige in estate dopo la delusione della retrocessione con la Virtus Entella. Cercava un progetto ed una società ambiziosa, a prescindere dall’eventuale declassamento di categoria. L’ha trovata eccome, a giudicare dal traguardo raggiunto. Non bastasse, è arrivata anche la finale di Coppa Italia di C, poi persa proprio contro il Padova e adesso è in ballo la Supercoppa: il Sudtirol se la vedrà in un triangolare con le altre due neopromosse Modena e Bari.
Si punta perciò alla doppietta, ma la festa vera è avvenuta domenica grazie al 2-0 al Nereo Rocco di Trieste.
Filippo, è la prima promozione in carriera per te. Sensazioni?
«Tutto stupendo. Abbiamo vinto in uno stadio bellissimo come quello alabardato, di fronte a tanti nostri tifosi. Io stesso avevo almeno una trentina di persone al seguito, tra parenti ed amici. La relativa vicinanza da casa ha aiutato, ma sono sicuro sarebbero venuti in qualsiasi stadio italiano per la gara decisiva. Una giornata indimenticabile».
Di solito è la domanda conclusiva, stavolta la anticipiamo: resti al Sudtirol?
«Ho un altro anno di contratto ed anche l’opzione successiva. Io di sicuro qui sto alla grande e vengo da una stagione nella quale ho totalizzato più di trenta presenze, segnando pure due reti. Una soddisfazione, con l’aggiunta dei numeri incredibili della nostra difesa. Per un difensore incassare meno di dieci reti in un campionato è assolutamente gratificante».
In effetti stupisce che con il vostro score abbiate dovuto attendere gli ultimi novanta minuti per la festa.
«Il Padova ha approfittato del momento in cui, alcune settimane fa, abbiamo rallentato un po’. Però ecco, è stato più merito loro che demerito nostro il riuscire a tenere aperto il campionato sino a domenica. Noi siamo stati comunque superiori nel complesso, vista la costanza di rendimento avuta e aver pareggiato lo scontro diretto alla vigilia di Pasqua permetteva di andare a Trieste pensando solo a noi stessi. Era difficile fare meglio di così, direi. Paradossalmente, aver perso la finale di Coppa Italia in casa nostra è stato uno stimolo a non farci sfuggire di mano il destino».
In B hai giocato con le maglie di Lanciano, Spezia, Cesena e Virtus Entella. Cosa cambia tra le due categorie?
«A mio modo di vedere, a livello fisico non esistono chissà quali differenze. Cresce invece la qualità tecnica soprattutto dei reparti offensivi, con un margine d’errore ridotto e molto più equilibrio esistente tra le prime e le ultime classificate. Inoltre negli ultimi anni è stato un torneo divenuto via via sempre più tosto».