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Апрель
2022

Da San Donà un progetto per costruire un ospedale da 600 posti regalato alla Guinea Bissau

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SAN DONÀ. Dal Veneto Orientale un dono speciale per uno dei Paesi più poveri al mondo, la Guinea Bissau. Si tratta del progetto per costruire un ospedale da 600 posti letto.

Nei prossimi giorni l’avvocato Michele Cattadori e l’ingegner Mauro Nicoletti voleranno in Africa per consegnare il progetto e anche dieci monitor per il controllo dei parametri vitali dei pazienti in terapia intensiva.

Si tratta di due iniziative benefiche distinte. Ma entrambe frutto del rapporto di collaborazione avviato con il nuovo ministro della Sanità della Guinea Bissau, Dionisio Cumbà. Cittadino del Paese africano, ma anche veneto d’adozione.

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Arrivato in Italia nel 1991, Cumbà si è laureato in Scienze infermieristiche, per poi scriversi in Medicina all’Università di Padova. Ha frequentato le lezioni, lavorando nel frattempo all’ospedale di Dolo con una cooperativa.

Per sostenerlo negli studi si sono mobilitate la parrocchia e le famiglie di Arino. Poi la seconda laurea, il matrimonio con una collega italiana e la casa a Piove di Sacco. Fino alla chiamata lo scorso anno del nuovo governo della Guinea Bissau.

«Conoscendo la persona e sentendo la storia di Dionisio, è naturale che ti venga voglia di dargli una mano», spiega l’avvocato Cattadori, «È nata una sinergia attorno a lui. Nel Veneto ho sempre trovato valenti persone di cuore, che hanno voluto abbracciare queste iniziative filantropiche».

Cattadori ha coinvolto diverse persone.

Tra queste, Mauro Nicoletti, ingegnere di Torre di Mosto e già assessore del piccolo Comune. E il dottor Adriano Cestrone, attuale direttore sanitario della Casa di cura Rizzola di San Donà, di cui Cumbà era stato allievo in passato. Ma dietro all’iniziativa c’è tutto un gruppo di giovani progettisti e professionisti che sta lavorando all’idea.

«Stiamo realizzando il progetto con un gruppo di studi di progettazione e società che parte dal Veneto e arriva fino a Bari, con lo storico studio D’Ambrosio», conferma Nicoletti, «Abbiamo conosciuto il ministro, riconoscendo in lui "uno di noi", e abbiamo compreso le condizioni sanitarie della Guinea Bissau, uno dei Paesi poveri al mondo. Da parte nostra quello che potevamo fare, e siamo orgogliosi di farlo, è donare questo progetto di fattibilità tecnico-economica, per sostenere la loro crescita sociale e sanitaria».

Una volta donati gli elaborati progettuali al ministero della Sanità, spetterà al governo della Guinea Bissau reperire i fondi per costruire l'opera.

Il progetto dell’ospedale, per circa 600 posti letto, è stato realizzato cercando di rispondere alle esigenze manifestate dallo stesso Cumbà.

Importante è stata la consulenza del dottor Cestrone, che ha fornito le indicazioni sul piano sanitario. «Abbiamo dovuto pensare a qualcosa di adatto per quella realtà, una struttura per dare quella base di assistenza sanitaria per permettere la crescita di questo Paese», conclude Cestrone, «Per uscire dalle malattie infettive o dai problemi di denutrizione. Si è trattato di impostare il problema in un’ottica molto diversa rispetto a quella che abbiamo qui da noi». I monitor invece sono stati acquistati grazie al charity club Round Table Italia e, in particolare, grazie alla sezione di Piacenza. 




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