Alberghi e ristoranti di Grado in difficoltà: non si trovano lavoratori
GRADO La mancanza di lavoratori nel settore della ristorazione e quello alberghiero, evidenziata a livello nazionale, segna a Grado una particolarità sul perché sta avvenendo: tutta colpa dell’epidemia di Covid. Durante gli ultimi anni tanti lavoratori gradesi, come è accaduto per altre località turistiche, sono stati costretti a trovare altri lavori nelle fabbriche o in altre attività. E ora non ci pensano a ritornare a lavorare a Grado nel settore turistico. Dove si trovano oggi a lavorare lo fanno per 40 ore settimanali, prendono lo stesso stipendio, ma restano a casa il sabato, la domenica e tutti i festivi e possono godere delle ferie d’estate.
Lavorando a Grado non ci sono feste e orari che tengano in quanto mentre la gente si diverte in vacanza gli stagionali lavorano sempre, sabato, domenica e festivi compresi. A contribuire per peggiorare la situazione c’è stato anche, ma in minima parte per Grado, il reddito di cittadinanza mentre i casi di Naspi (la vecchia disoccupazione) non sono molto elevati. Fatta la premessa che si lega alle località turistiche gli operatori locali sono preoccupati perchè non si trova personale. Ciò riguarda sia le cucine, sia il servizio in sala e anche il servizio di cameriere ai piani. Gli operatori spiegano che se oggi stesso si presentassero 20 persone con le carte in regola troverebbero tutti un posto di lavoro immediatamente.
Ciò significa che a Grado ci saranno quasi certamente meno lavoratori gradesi e più persone che arrivano da fuori. E qui si apre un ulteriore problema. Per buona parte di questi c’è la necessità di alloggio: ma come fa un albergo con 30 lavoratori esterni a trovare alloggio per tutte? Insomma, una stagione difficile che può venir in parte mitigata dall’arrivo dei profughi ucraini (ce ne sono una cinquantina nell’isola ma a cercar lavoro potrebbero arrivare anche quelli che hanno trovato ospitalità nei vicini paesi della Bassa e della Bisiacheria).
L’iter burocratico è stato per loro semplificato nel senso che è sufficiente che inoltrino la domanda con la richiesta del permesso di soggiorno e possono già prendere servizio. Ma c’è il problema della lingua. Non parlano italiano e nemmeno il tedesco che è la lingua che va per la maggiore nell’ambito turistico gradese. Solo i più giovani se le cavano, ma con l’inglese.
«In questo momento di difficoltà – afferma Antonio Vergaro responsabile locale dell’Ascom Confcommercio – penso che dovremo puntare proprio sui lavoratori stranieri e in particolare sui rumeni e i moldavi». Vergaro dice di essersi confrontato anche con i suoi colleghi e la considerazione di fondo che si fa è proprio quella che a causa del Covid, tanti gradesi hanno trovato altre occupazioni e quindi hanno scelto altri ritmi e modi di vita». E poi c’è il problema delle scuole professionali e degli stage che non danno risposte adeguate per la formazione dei ragazzi.