Confine alla Transalpina: nessuno sa chi è il proprietario della rete smantellata nel silenzio
GORIZIA I cippi lungo il confine della Transalpina non verranno toccati o spostati, a differenza della celebre (e tornata di grande attualità) rete, i cui pannelli smontati verranno almeno in parte ridotti in piccoli quadrati da dieci centimetri di lato, da incorniciare ed utilizzare quali omaggi in occasioni di visite ufficiali di autorità o ospiti speciali.
Queste le poche certezze su una questione - quella appunto del caso di piazza Transalpina e di quel che restava del confine - che è sbarcata come era ampiamente prevedibile martedì pomeriggio anche in Consiglio comunale, dove ha tenuto banco nelle interrogazioni di diversi consiglieri. Per il resto infatti restano ancora molti punti interrogativi, a partire da quelli legati alla tempistica, alla modalità e alla posizione precisa dell’annunciato ricollocamento di una parte della recinzione, chiesto al GectGo direttamente dai sindaci di Gorizia e Nova Gorica, per arrivare forse alla domanda più importante di tutte, ancora senza risposta: di chi è, materialmente, la rete che correva lungo il confine, con il suo muretto alla base?
Una domanda posta in aula al sindaco Rodolfo Ziberna dalla consigliera del Partito Democratico Adriana Fasiolo che (peraltro come anche la collega d’opposizione Rosy Tucci, “Gorizia è tua”) ha chiesto lumi su quanto successo nei giorni scorsi nella piazza condivisa dalle due Gorizie.
«Non sappiamo ancora di chi sia la rete, lo appureremo ma di certo noi e gli amici di Nova Gorica non litigheremo per il possesso dei pannelli rimossi dal Gect», ha candidamente risposto Ziberna, prima che Fasiolo facesse notare che stabilire di chi sia la proprietà sarebbe fondamentale anche per risalire alla legittimità di un’operazione, l’eliminazione della rete, che sarebbe dovuta diventare elemento fondamentale - secondo l’esponente del Pd - di un “museo a cielo aperto” simile a quello di cui è protagonista il Muro di Berlino nella capitale tedesca.
A questo punto viene però da chiedersi cosa accadrebbe (o accadrà) qualora si stabilisse che la rete appartiene ad un soggetto terzo (il demanio militare, ad esempio?), che non avrebbe autorizzato il suo smantellamento.
In ogni caso, rispondendo alla richiesta di chiarimento sul futuro del sito avanzata da Rosy Tucci, il sindaco ha spiegato come avevamo anticipato di aver già chiesto alla direzione del GectGo di ripristinare un tratto della rete nei pressi della piazza (anche se non è ancora stato precisato in che punto), visto che la volontà dei Comuni di Gorizia e Nova Gorica è quella di collocarci accanto anche una panchina e uno o più pannelli informativi plurilingue, dove i visitatori potranno leggere la storia del confine che divideva queste terre, e che oggi invece non c’è più.
È stato intanto confermato che i pannelli di rete eliminati - quelli che non verranno ripristinati - verranno in parte utilizzati per ricavare piccoli riquadri di 10 centimetri per lato, che dopo essere stati incorniciati potranno diventare un omaggio per autorità e ospiti in visita. Nessun pericolo rimozione, invece, per i cippi confinari, che non possono in alcun modo essere toccati o rimossi, e resteranno dove sono, inseriti in qualche modo nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’area che vedrà la realizzazione della pista ciclabile, «che sarà la prima in Europa a correre lungo un confine», ha precisato il sindaco Ziberna. —
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