A Gorizia torna èStoria e si interroga sui “Fascismi” tra passato e presente
GORIZIA Sono passati quasi sette mesi dall'ultima èStoria e già la kermesse comunica il programma dell'edizione nuova, la numero 18. Nel 2021, infatti, il festival non aveva potuto svolgersi a fine maggio, sua collocazione abituale, e lo stesso vale per il 2020, quando erano state scelte soluzioni online, sempre a causa della pandemia.
DATE, NUMERI, LUOGHI
Quest'anno, allora, la manifestazione si terrà nel periodo di sempre, nella terza decade del mese prossimo, per l'esattezza dal 27 al 29 maggio. Il tema era deciso già da tempo: “Fascismi”, ma finora non si sapevano i nomi degli ospiti. Ce ne saranno oltre duecento, circa trenta stranieri, a dar vita a centoventi appuntamenti. C’è unicamente una decisione che impedisce di parlare di un pieno ritorno alle origini e Adriano Ossola, ideatore e direttore dell’iniziativa, l’ha raccontata con rammarico, pur non essendo entrato nei particolari che l’hanno motivata: èStoria si svolgerà ai Giardini Pubblici unicamente per la mostra mercato Libringiardino. In altre parole, non si potrà assistere ai suoi eventi nelle ormai familiari tende Erodoto, Apih, Giovani. A ospitare gli appuntamenti, saranno quindi coinvolti altri spazi cittadini: il teatro Verdi, la sala storica e la sala del Caminetto dell’Unione Ginnastica Goriziana, l’aula magna del Polo universitario di Santa Chiara, il Trgovski dom, la sala Dora Bassi, la mediateca Casiraghi.
I personaggi noti? Non mancheranno, certo. E l’ingresso, secondo tradizione, sarà libero. Soltanto due incontri richiedono la prenotazione, da effettuarsi dalle 8 di venerdì 20 maggio alle 12 di venerdì 27 al sito www.estoria.it. Si tratta della lectio di Vittorio Sgarbi sul tema “L’arte fascista” in programma sabato 28, alle 12, al Verdi, e di quella di Alessandro Barbero con titolo “Da Caporetto alla marcia su Roma”, fissata per lo stesso giorno, nello stesso teatro, con inizio alle 16.30.
PREMIO èSTORIA
Uno dei momenti più attesi è la consegna del premio èStoria 2022 a Emilio Gentile, che riceverà il riconoscimento sabato 28, alle 19.30, al teatro Verdi, dove dialogherà con Georg Meyr, ma il giorno precedente, allo stesso teatro, terrà una lectio incentrata sulla Marcia su Roma.
ALTRI OSPITI
Non sono queste, tuttavia, le sole presenze di richiamo ed è impossibile evitare l’elenco. Ernesto Galli della Loggia, per esempio, nella giornata inaugurale, alle 12.30, sempre al Verdi, è invitato a parlare con Mauro Canali del delitto Matteotti, mentre alle 15, ancora venerdì 27, tratterà nella sala storica Ugg la cultura fascista assieme a Marino Biondi e Alessandra Tarquini.
Anche Luciano Canfora sarà impegnato in due occasioni, entrambe domenica 29: per la “lectio” al Teatro Verdi delle 12.30 basata su un’esegesi della mistica fascista e della pratica autoritaria, nonché per una conversazione con Marco Sioli e Sandro Teti alle 16.30 nella storica Ugg riguardo “All’ombra di Mao”.
E, ancora, ci saranno Giovanni Orsina, Marcello Flores, Gianni Oliva, Gianfranco de Turris, Michela Marzano, David Riondino, Francesco Filippi, Marco Revelli, Michele Sarfatti, Lorenzo Pavolini, Michele Ciliberto, Giuseppe Parlato, Marco Cimmino, Helmut Wohnout, Hamed Abdel-Samad, Ben Pastor, Frédéric Le Moal, Aristotle Kallis. Alla stessa maniera, è nutrita la partecipazione di studiosi del Friuli Venezia Giulia come Angelo Floramo, Patrick Karlsen, Stefano Pilotto e altri.
ALTRE SEZIONI
Anche perché, tra le sezioni del festival si riconfermano èStoriaFvg, dedicata al territorio, èStoria Giovani e La Storia in Testa, riservata alle novità editoriali e agli anniversari. Insomma, senza nulla togliere ai “Fascismi” non mancheranno altri approfondimenti, fino ad arrivare alla crisi russo-ucraina affrontata venerdì 27 dal generale Fabio Mini, alle 17, al teatro Verdi, nonché da Sergio Romano con Antonio Carioti domenica 29 alle 11, ancora al Verdi.
FASCISMO E ANTIFASCISMO DI CONFINE
Di sicuro, però, il punto di partenza della manifestazione guarda a quanto accaduto nel nostro territorio, con interventi di Raoul Pupo, Marta Verginella e Anna Maria Vinci, senza trascurare un’analisi su Trieste, infuocata dal confronto tra destra e sinistra, che sarà realizzata da un dibattito tra Gianni Cuperlo, Roberto Menia e Pietro Comelli.
LE AMBIZIONI
«La nostra interrogazione del passato fascista, italiano ed europeo, procederà in maniera rigorosa, scevra degli orpelli che un festival potrebbe esigere, in un percorso quasi geometrico con alla base le origini e, simmetricamente ai due lati, l’ascesa e la caduta - ha affermato ieri Adriano Ossola, nel municipio di Gorizia, annunciando il cartellone -. A Gorizia converrà un’intera generazione di studiosi che hanno scritto e stanno lasciando un segno importante negli studi sui totalitarismi novecenteschi».
LA PRESENTAZIONE
Già la presentazione del programma, comunque, è stata assai partecipata: oltre a Ossola, c’erano il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, l’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli, il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna con gli assessori Fabrizio Oreti e Marilena Bernobich, il prefetto Raffaele Ricciardi, il numero uno della Fondazione Carigo Alberto Bergamin, mentre l’attrice Sara Alzetta ha letto una pagina di Giorgio Ossola Beindl, papà di Adriano, collegata al tema della 18° èStoria.