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Апрель
2022

"Troppi like sui social" e il branco lo picchia: il dramma di un 14enne di Viareggio che ora non vuole uscire di casa

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VIAREGGIO. Fino a ottobre 2021 era una mamma qualunque alle prese con un figlio adolescente. «A ottobre sono andata a parlare con il professore di matematica, era il primo colloquio. Mi ha detto “sa, credo che suo figlio sia vittima di qualcosa. Forse è stato aggredito”». Ma come, si è detta lei. Come è possibile? Come ho fatto a non accorgermene? «Mio figlio mi aveva raccontato un episodio il mese prima: era stato circondato da alcuni ragazzi e lo avevano spinto, ma credevo fosse un fatto isolato, un fatto quasi normale tra ragazzi», racconta lei, la mamma, che ha avuto la forza di denunciare, nonostante sarebbe più semplice non farlo, molti non lo fanno, e poi di raccontare tutto a Il Tirreno con rabbia, sì, ma anche con la lucidità di una mamma pronta a non fermarsi per il figlio.

E invece con quell’episodio, il primo di tanti, il dolore e la solitudine del bullismo erano appena entrati nella sua vita e ancora sono lì, dentro e fuori casa. Ha avvisato tutti: al dirigente scolastico, alle forze dall’ordine, anche al sindaco e a un parlamentare. Da allora suo figlio, 14 anni, studente di un liceo di Viareggio, è stato picchiato, minacciato con messaggi e coltelli puntati allo stomaco, è stato deriso, umiliato, spinto a lasciare lo sport e a rallentare il percorso scolastico. Adesso i carabinieri indagano, ma non c’è indagine che riesca a ridare sicurezza in sé.

Tutto inizia con la partenza dell’anno scolastico. Il ragazzo, stando alla ricostruzione della mamma, entra subito nei mirino di un gruppo di adolescenti di un quartiere popolare della città. Disturba perché ha troppi like sui social. Piace troppo alle ragazzine. E non va bene, deve volare basso. Loro lo avvertono una prima volta, quel settembre in cui lo circondano e lo spintonano. Un mese dopo spuntano i coltelli. «Mi ha chiamata mio marito per dirmi che mio figlio era tornato a casa sotto choc. Lo avevano circondato di nuovo al mercato e gli avevano puntato dei coltellini contro per minacciarlo. Andammo a parlare con i carabinieri». Pochi giorni dopo un gruppo di ragazzi si presenta sotto la finestra della scuola per insultarlo. Insulti che poi continuano sui social.

«Il 4 gennaio 2022 vengo a sapere di un altro episodio dalla mamma di un ragazzo – racconta la donna -. Mi chiama per dirmi che suo figlio e il mio erano stati aggrediti di nuovo i coltelli». Nemmeno una settimana dopo, il 10 gennaio, il ragazzo viene afferrato per i capelli lungo la Passeggiata di Viareggio, trascinato dietro le cabine e viene picchiato. Il ragazzo viene portato in ospedale e rimane ricoverato per cinque giorni. Da quel momento, racconta la persona che lo conosce meglio al mondo, inizia a cambiare. «Per una settimana è rimasto a letto. Non voleva uscire, nemmeno alzarsi. Ha iniziato a perdere la concentrazione e interesse nelle cose. Aveva paura ad uscire. Sapeva che, uscendo, sarebbe stato preso di mira. Abbiamo chiesto aiuto alla scuola, ma non hanno avuto i mezzi per aiutarci più di tanto. Noi non avevamo e non abbiamo il potere magico di risolvere tutto da soli, anche perché in quel momento è diventato difficile interagire con lui. Si è chiuso in se stesso. È stato seguito anche dal servizio sanitario neuropsichiatrico secondo cui lui non ha alcun problema, il problema è quello che sta vivendo».

Alla fine riesce ad alzarsi da quel letto e a uscire di casa, ma lascia lo sport e inizia ad avere problemi anche a scuola. Meno contatti, meno botte. A metà aprile 2022 succede di nuovo: al Muraglione di Viareggio, vicino alla spiaggia, viene inseguito, sbattuto contro il muro e minacciato. Gli prendono il telefono e glielo spaccano in terra. «Qualche giorno prima avevano scritto un lungo post contro di lui sui social – racconta ancora la mamma -. Lo prendevano in giro, lo insultavano. Lui me lo ha fatto leggere e mi ha detto “mamma, ma perché? Mi sono sentita morire». «Adesso sta facendo un percorso, sta iniziando ad aprirsi e a trovare la concentrazione, ma se fuori continuerà ad essere tutto uguale, se la scuola non interviene, se non c’è un protocollo da applicare, se i genitori vengono lasciati soli, non si risolve il problema». Dopo aver denunciato tutto ai carabinieri, la mamma contatta anche il sindaco di Viareggio per chiedergli aiuto. Lui risponde con un semplice invito a rivolgersi alla forze dell’ordine. Allora lei contatta anche il senatore Gianluca Ferrara (Cinque Stelle) , che è di Viareggio e lui si mette in moto. «Pensate per un adolescente, nel pieno della sua crescita, che dolore debba essere, l’esser maltrattato umiliato in questo modo -commenta lui -. Viareggio è una città meravigliosa, solare che non merita questo e soprattutto non è accettabile che uno dei suoi piccoli abitanti subisca queste sofferenze. Non permettiamo che i nostri ragazzi siano vittime indifferenti di questo malessere sociale». I carabinieri indagano per ricostruire i fatti e risalire agli autori, alcuni dei quali sarebbero anche maggiorenni. «Ma non basta – dice la mamma – se non c’è una struttura che ci aiuti a uscirne. Da soli non possiamo niente».
 

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