Epatite acuta infantile, pediatri pressati dalle famiglie in ansia
pavia
«La domanda che i genitori mi fanno più spesso è se questa epatite c’entri col vaccino per il Covid. La risposta è una sola: un secco no». A dirlo è Carlo Fugini, pediatra in forza ad Asst, che racconta della preoccupazione dei genitori dopo i casi di epatite acuta infantile, la malattia ancora da inquadrare di cui si registrano una dozzina di casi in Italia. Due piccoli sono ricoverati in Lombardia, e uno di loro ha avuto anche bisogno di un trapianto.
«In reparto o in ambulatorio – prosegue il dottore – le famiglie dei bambini che seguono cominciano a fare domande e chiedere rassicurazioni. Non sono ancora tante, ma la notizia delle segnalazioni anche in Lombardia ha destato un certo scalpore, per fortuna ancora controllato. Dopo i dubbi sul vaccino, la seconda domanda più frequente riguarda il Covid. Se averlo contratto, cioè, può aver in qualche modo influito. Come il farmaco che serve per combatterlo, rispondo che è una paura ingiustificata».
Domande analoghe se le sente porre anche Barbara Spadaro, pediatra e segretaria provinciale di Simp, la società italiana di medicina perinatale. «Alcuni hanno chiamato descrivendo i sintomi di una normale influenza, magari gastrointestinale – spiega la dottoressa – chiedendo se fossero sintomi collegabili ai casi di epatite di cui hanno letto in giro. Una paura legittima, ma infondata, perché i sintomi dell’epatite sono chiari e riconoscibili, e i pediatri formati a individuarli. È la causa, semmai, a non essere conosciuta. Ma quello che vediamo non è troppo diverso dai casi di epatite causata dai virus conosciuti». Queste malattie hanno sintomi variegati, ma molto indicativi, e tra questi c’è il dolore alla parte destra dell’addome, nausea, vomito e altri segni. «Proprio perché conosciuti bisogna stare tranquilli, perché qualora un pediatria li rilevasse si farebbero subito ulteriori analisi specialistiche, che sono quelle che provano l’insorgenza della malattia. Le famiglie che si preoccupano ci sono – prosegue Spadaro – e in questo caso l’arma migliore per contrastare i dubbi è la comunicazione coi genitori, che sono attenti alla salute del proprio figlio. Ma non c’è da temere, la guardia dei pediatri è alta, e siamo sul campo per segnalare i casi che, finora, non ci sono ancora stati».
Intanto si alza la soglia di attenzione. A pediatri e ospedali è stato chiesto di segnalare sul portale delle malattie infettive tutti i casi di bambini e ragazzi under 16 con valori del fegato fuori scala ed epatite acuta che escluda i ceppi virali A ed E. L’iniziativa regionale condivisa con Ats, pediatri pavesi e ospedali segue la richiesta del ministero della Salute di tracciare e segnalare i casi con tempestività, ed è rivolta anche alle Asst e agli istituti di ricovero a carattere scientifico. Le epatiti virali interessano circa duecento pazienti all’anno, con un andamento in discesa per le forme contrastate dal vaccino. I casi totali segnalati in Lombardia sono 42 nel 2021. Secondo Epicentro, l’incidenza italiana dell’anno scorso tra i pazienti sotto i 14 anni è pari a zero per alcuni ceppi virali. Come l’epatite B, con zero casi ogni 100 mila ragazzi sotto i quattordici anni di età. —