Alessandro, morto a 21 anni sull’autostrada A23: si indaga per omicidio stradale
La Procura di Udine decide sul nulla osta ai funerali di Paolini. Il cordoglio nella casa di Vermegliano
MONFALCONE Sulla tragica morte di Alessandro Paolini, il 21enne di Vermegliano che mercoledì ha perso la vita sull’asfalto dell’A23, tecnicamente in un infortunio in itinere, la Procura di Udine ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, ai sensi del relativo codice. A riferirlo Massimo Lia, il Procuratore capo, che sull’eventuale autopsia – la salma è ha disposizione dell’autorità giudiziaria – invece darà indicazioni più precise venerdì. Questo perché «il collega magistrato, prima di decidere, attende di leggere il referto del medico legale», sull’ispezione del cadavere condotta nell’immediatezza.
È tuttavia abbastanza plausibile ritenere che l’esame autoptico non si renda indispensabile, dato che il giovane, occupato da un paio di mesi alla filiale di Ruda della Site, azienda specializzata in servizi nell’ambito delle telecomunicazioni, si trovava nel frangente del pauroso sinistro sul sedile del passeggero. Non guidava lui, il mezzo aziendale che, stando a una primissima ricostruzione – ma la dinamica è ancora al vaglio degli inquirenti –, si è schiantato sul tir con targa polacca, il cui guidatore, un ucraino di 56 anni, è uscito illeso.
Al volante del mezzo aziendale c’era un collega di Paolini, un 23enne originario di Catania, di cui non sono state fornite le generalità dalla Polstrada. «Gli accertamenti sono in corso», conferma il capo della Procura di Udine Lia. E il riserbo sulle indagini è massimo. Senz’altro i mezzi coinvolti, oggetto di sequestro: come sempre avviene in analoghi casi.
L’incidente mortale, tra il tir e il furgone, si è verificato alle 8.23 sull’A23, nel tratto tra Udine Nord e Gemona, in direzione Tarvisio, all’altezza del km 41, a Buja. Il giovane si trovava sul sedile da passeggero e nell’urto, violentissimo, è deceduto all’istante. La circolazione sull’A23 è stata ridimensionata per consentire i rilievi, sul posto anche personale di Autostrade per l’Italia, competente nel tratto.
Stando all’azienda, Paolini aveva intrapreso un percorso di formazione con la Site ed era stato affiancato a un collega. Mercoledì, dopo aver raggiunto il luogo di lavoro con l’auto ricevuta due settimane prima in dono dai genitori, una Hyundai I20, vale a dire la filiale di Ruda, era salito sul furgone. Sarebbe dovuto intervenire da un cliente nella zona dell’Alto Friuli. Ma non c’è mai arrivato. Amava, quel lavoro, Alessandro Paolini. Lo conferma uno degli amici del calcio a 5, il 27enne Fabiano Ascione: «Dopo il corso di specializzazione biennale al Volta era contento di aver trovato un posto inerente i suoi studi. Era entusiasta e non lo spaventava il sacrificio della sveglia alle 5. Gli piaceva che nessuna giornata fosse uguale all’altra, con una destinazione sempre diversa. Aveva investito nella prosecuzione degli studi e ne stava raccogliendo i frutti». Intravedeva uno sbocco. E di sicuro ce l’avrebbe fatta se qualcosa, ma spetterà alle indagini accertarlo, non si fosse messa di traverso, così brutalmente.