A Mestre il souvlaki e moussakà. La ricetta di Ca’ dei Greci per vivacizzare via Piave e creare una comunità
Il nuovo locale ha aperto dove un tempo si trovava la storica creperia. Nikos: «È più di un ristorante: è un luogo di ritrovo come si usa da noi»
MESTRE. «O adesso o mai più», si son detti. E così hanno dato gambe al loro sogno, che si chiama Ca’ dei Greci, un locale che è più di un ristorante, perché nelle intenzioni di Nikos Areovimatas, Dionysis Kourkoutase e della loro squadra, sarà un luogo dove i mestrini e i greci della comunità di Venezia, potranno sentirsi «a casa».
E sperimentare la convivialità greca fatta di portate condivise, antipasti, salsine, ma anche liquori tipici come lo tsipouro, la classica acquavite greca, la mastiha, prodotta con l’estratto della resina degli alberi dell’isola di Chios, il rakomelo caldo, che sa di miele e addolcisce le serate. In via Degan, angolo Felisati, a due passi da via Piave, in quella che un tempo era la storica creperia, ci sarà il giardino estivo, si ballerà lo sirtaki e soprattutto, si potrà passare una serata in compagnia senza guardare l’ora.
Il lockdown ha avuto il suo peso in tutto questo, perché Niko è designer, Dionysis lavora con il consolato greco. Il periodo di stop è stato un motore. «Sarà un punto di ritrovo», spiegano. Il locale è stato rinnovato da loro e ha cambiato pelle.
«Tutto ciò che avevamo pianificato non è andato come doveva», dice scherzando Dionysis, «ma forse proprio come doveva, perché abbiamo avuto tempo. Ci siamo buttati e siamo riusciti a inaugurare».
È aperto da qualche giorno e già si deve prenotare. Il cuoco è di Salonicco e prepara quello che in greco si dice “il cibo di mamma”. Carne piatto forte, souvlaki, polpette di melanzane carne e zucchine, mussaka, le classiche sfogliate, le torte salate e le salse, nulla di surgelato.
«Cerchiamo di proporre una panoramica delle nostre specialità ai mestrini» raccontano. E tra poco, ma è una sorpresa, per aperitivo si berrà lo spritz greco (allo studio), una rivisitazione di quello local.
«Il greco trova una scusa per fare festa e stare in contatto con le persone e questo vorremmo fare, facendo la nostra parte per migliorare la zona. Il nostro sogno per il quale abbiamo realizzato il locale, è creare un luogo dove la gente interagisca e stia assieme, alla greca».
Disagi? «Conosciamo le problematiche dell’area, tutti si stanno rimboccando le maniche e noi che ci viviamo faremo il nostro, vogliamo ripopolare il quartiere assieme agli altri locali, facendo squadra: crediamo di essere una leva per riqualificare e vivacizzare l’area, l’unica risposta possibile a degrado e difficoltà».