Ivrea, Fiera dei cavalli a San Savino: «Ogni sforzo per organizzarla»
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Gismondi presenta il Comitato eventi Ivrea che viene costituito oggi: «Con noi imprenditori, associazioni e Pro loco: la festa non deve saltare»
IVREA. Mancano solo gli ultimi adempimenti burocratici per la costituzione ufficiale del Comitato eventi Ivrea, l’ente che si candiderà ad organizzare in extremis la festa patronale di San Savino. Questa mattina (mercoledì) arriverà il codice fiscale e già in quella giornata coloro che vi hanno aderito eleggeranno il presidente e un consiglio di amministrazione. Subito dopo ci sarà l’adesione all’avviso pubblico del Comune per raccogliere le manifestazione di interesse. Daniele Gismondi, imprenditore e coordinatore regionale dell’Associazione autonomi e partite Iva, è colui che sta raccogliendo le adesioni.
Gismondi, come nasce questo comitato?
«All’indomani degli articoli apparsi sui giornali in cui si ipotizzava la reale possibilità che la patronale non si facesse per mancanza di tempo, un gruppo di persone ha deciso di rimboccarsi le maniche e provare a fare qualcosa per la propria comunità. Nel giro di pochi giorni sono cominciate ad arrivare le prime adesioni che proseguono ancora oggi. Il Comitato è aperto a tutti, senza nessuna distinzione politica, anche dopo la costituzione formale che avverrà mercoledì 4 maggio»
Chi sono coloro che stanno aderendo?
«I nomi per correttezza e serietà li faremo solo dopo la costituzione ufficiale del Comitato eventi Ivrea. Si tratta di imprenditori, associazioni, Pro loco e più in generale di amanti delle tradizioni eporediesi che, seppur provenienti da storie diverse, non accettano il fatto che Ivrea possa fare a meno di San Savino. La nostra festa è in assoluto l’evento che per quel che riguarda il commercio cittadino è il più importante, primo anche al carnevale se si considera che durante la battaglia restano aperti solo bar e ristoranti. L’aspetto economico della patronale non può essere sottovalutato. Si parla tanto di ripartenza dopo due anni di Covid e ora che abbiamo la possibilità di farlo non possiamo stare a guardare, senza considerare la doccia fredda arrivata con lo scoppio della guerra in Ucraina».
Come pensate di superare gli ostacoli legati alle poche risorse a disposizione (il Comune ha messo a bilancio appena 25mila euro rispetto ai 40mila dello scorso anno) e al poco tempo che avete davanti?
«Quello che più ci interessa è che San Savino si faccia, al di là del fatto se saremo noi ad organizzarlo. Abbiano anche parlato con gli organizzatori dei concomitanti Mondiali di canoa e possibili sinergie sono fattibili. L’importante è restituire alla comunità un evento identitario e di socialità. Certo, gli ostacoli sono tanti a cominciare dai tempi strettissimi, probabilmente appena un mese. Tra le adesioni arrivate si contano tanti giovani e mi auguro che il loro entusiasmo, accompagnato dall’esperienza dei più grandi, possa aiutarci a superare le difficoltà e perché no gettare le basi anche per un cambio generazionale tra gli organizzatori di San Savino. Perché, e questo lo dico per inciso, prima o poi bisognerà pur passare il testimone alle nuove generazioni».
Resta il fatto che il tempo è davvero poco.
«Ne siamo coscienti, anche se la colpa non è nostra. Credo che mettendo insieme persone con competenze diverse non possa che venire fuori qualcosa di buono. Ripeto: l’obiettivo è fare San Savino».
Cosa avete in mente nel concreto?
«Di certo stiamo già lavorando all’aspetto del divertimento, mentre la parte più propriamente religiosa ha per fortuna un’organizzazione consolidata. Lo spettacolo pirotecnico potrebbe salvarsi, facendolo da un’altra parte, e magari con un’attenzione maggiore a cani, gatti e uccelli. Per quanto riguarda la fiera dei cavalli, il tempo è davvero tiranno. Abbiamo trovato persone pronte ad aiutarci ad allestire una fiera, ma dobbiamo capire se e quando il Comune ci darà il via libera. Per intenderci i grossi allevatori non possono essere contattati due settimana prima. La sfilata delle carrozze è una nostra priorità, così come stiamo già cercando di coinvolgere le scuole di equitazione del territorio».