La carpigiana Doha Zaghi: «Io, esclusa dalla politica perché mistress»

CARPI. «Ogni giorno ricevo almeno una quarantina di mail, oltre ai messaggi sui social: magari alcuni sono complimenti o richieste di video, ma molti sono alla ricerca di una mistress che li domini. E negli ultimi giorni, dopo l’espulsione dalla lista di Calenda, queste richieste sono aumentate».

Lady Dominque, al secolo Doha Zaghi, ha 31 anni, è carpigiana e negli ultimi giorni ha spaccato in due la politica italiana. Dopo essere stata candidata alle amministrative di Como per il partito di Calenda, una volta emerso il suo lavoro, quello di gettonatissima dominatrice, è stata espulsa dalla listone che include anche Italia Viva, +Europa e Volt.

Doha, fino a quando ha vissuto a Carpi?

«A Carpi ho ancora la mia famiglia e io ci sono cresciuta. Ho frequentato il liceo Fanti, dove facevo parte di un’associazione studentesca, “Ask”, con cui organizzavamo autogestioni, manifestazioni e raccolte fondi. Ero sempre ai banchetti politici. Da ragazzina frequentavo l’Osteria dei poeti e il Mattatoio. Poi volevo andare a vivere da sola: siccome nel 2013 lavoravo come commessa a Modena, mi sono trasferita lì. In seguito sono andata a Milano e infine a Como».

Si aspettava un clamore nazionale sulla sua discesa in politica?

«In realtà non mi aspettavo di spaccare un partito. E di avere così tanta visibilità mentre per Calenda non parlerei di “effetto boomerang”, ma di colpo di ritorno della frusta, visto che si parla più di me che di lui».

Tra i suoi clienti ci sono anche tanti politici?

«Una marea, più di quanti non si possa credere. Del resto la politica stessa è perversione... ed è democratica, non ha colore. E chi vota certi partiti dev’essere per forza masochista».

Calenda si è fatto sentire dopo la sua espulsione?

«Ci siamo sentiti a colpi di tweet, dai social ho saputo della mia esclusione. Uno stile decisamente salviniano. Calenda ha detto pure che non ho competenze politiche. Ho ricevuto solidarietà da tantissimi, anche da Fratelli d’Italia. E non lascerò la politica: chiusa una porta, si apre un portone. Le cose gravi sono truccare gli appalti, la collusione con la mafia... Io non faccio del male a nessuno, a meno che non mi venga chiesto espressamente».

Com’è diventata Lady Demonique?

«Nei locali di Bologna mi sono avvicinata allo stile dark. L’indole dominante ce l’ho sempre avuta e mi è sempre piaciuto vestirmi con pelle, latex e tacchi a spillo. Molti fraintendevano questo con l’essere mistress e hanno iniziato a contattarmi su Facebook e ho imparato che esiste un linguaggio specifico. Alcuni mi chiedevano: “Ti posso mandare delle rose?” Io non sapevo che le rose fossero i soldi, poi me lo hanno spiegato gli “schiavi”. Ho iniziato a fare qualche video e ho visto che girava bene: il mercato c’è eccome».

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