Incarichi nei ruoli di vertice della sanità del Friuli Venezia Giulia: in 4 anni 17 nomine per sette caselle
L’ultimo trasferimento ha interessato l’ex capo di Arcs Tonutti: per lui si tratta del terzo trasloco nell’arco di 48 mesi
TRIESTE È cominciata con Francesco Zavattaro che doveva riformare il 112 e ha lasciato quasi subito l’Azienda di coordinamento per tornare in Abruzzo. Sta finendo con Giuseppe Tonutti che cambia incarico (per la terza volta in quattro anni) e va a Pordenone, nello scambio che assegna l’Arcs a Joseph Polimeni. Nel mezzo, un elenco di trasferimenti e cambi di ruolo repentini che, con l’eccezione dell’Asugi, ha riguardato in quattro anni le direzioni di tutte le strutture del Sistema sanitario regionale, che hanno visto 17 nomine per 7 caselle.
I medici ospedalieri hanno espresso giudizi estremamente negativi sulla qualità dei manager scelti dal vicepresidente Riccardo Riccardi, che ha dovuto più volte mettere mano all’assetto organizzativo del Ssr, a cominciare dalla Direzione centrale salute, ovvero la struttura burocratica dell’assessorato, che in questi anni si è trovata guidata da tre diversi dirigenti. Comincia Gianni Cortiula, che nemmeno un anno dopo lascia il posto a Stefano Dorbolò. Ma fra Dorbolò e Zavattaro i rapporti sono complicati e Riccardi opta dopo pochi mesi per cambiare cavallo e nominare l’attuale direttrice centrale Gianna Zamaro.
L’altra testa del sistema è l’Azienda di coordinamento, reintrodotta dalla riforma Riccardi per uniformare la gestione delle Aziende sanitarie e controllare la spesa. L’Arcs si occupa anche della Sores di Palmanova e Zavattaro viene nominato proprio per fare ordine nel sistema 112-118. Non comincia neppure, perché resta in carica sette mesi. Viene sostituito da Tonutti, che ha gestito l’Arcs fino a qualche giorno fa e che lascia alla vigilia del lavoro di scrittura del nuovo Piano dell’emergenza urgenza.
Succede dopo un paio di scosse telluriche. A Trieste la direttrice centrale Zamaro boccia tutti e cinque gli Atti aziendali con una lettera suonata come una critica alla lentezza dell’operato dell’Arcs. Nelle stesse giornate a Pordenone arriva all’acme la battaglia trasversale di politica e sindacati contro l’operato del dg Polimeni. I sindacati minacciano lo sciopero, Riccardi con mossa a sorpresa solleva il suo direttore dal tavolo di trattativa e ci si siede in prima persona. Nell’impossibilità di superare il muro contro muro, il vicepresidente opta per il promoveatur ut amoveatur: Polimeni viene spostato all’Arcs e Tonutti fa il percorso inverso.
Non è il primo spostamento che Tonutti deve accettare. Comincia la legislatura da commissario dell’Azienda sanitaria udinese e dopo la riforma viene spostato all’Arcs. Al suo posto arriva Massimo Braganti, ma è un altro amore breve: il manager veniva dall’Umbria e in Umbria torna come direttore centrale Salute a nemmeno un anno e mezzo dalla designazione all’Azienda Friuli centrale. Al suo posto arriva Denis Caporale, tuttora in carica.
Lontana da tutto questo tran tran è l’Azienda sanitaria di Trieste e Gorizia. All’insediamento, Riccardi vi trova il dg Adriano Marcolongo. Il vicepresidente lo stima, ma Marcolongo era stato il direttore centrale della giunta Serracchiani. Si opta per uno spostamento al Cro di Aviano, che Marcolongo lascia poco dopo per trasferirsi a Roma. Commissario di Asugi viene nominato Antonio Poggiana, che poi resta come direttore generale, unico dei suoi colleghi a non essere mai trasferito.
Decisamente più turbolenta la vita al vicino Burlo Garofolo, dove Dorbolò va e viene: prima è nominato commissario dell’ospedale infantile, tre mesi dopo subentra a Cortiula alla Direzione centrale e infine torna rapidamente al Burlo, dov’era stato sostituito dall’attuale direttrice del Cro Francesca Tosolini