Slovenia, il nuovo governo è quasi fatto. Al premier in pectore mancano 4 uomini. Le donne i punti di forza
Definite le competenze e le guide per 15 ministeri, ne mancano ancora quattro. Saranno scelti all’interno di Sd, Movimento Libertà e Levica
TRIESTE Governo fatto, o quasi. Il premier in pectore della Slovenia Robert Golob, dopo oltre sei ore di serrato dibattito con i partner di coalzione (Socialdemocratici e Levica) si è presentato davanti ai giornalisti con quindici dei 19 ministri previsti nell’esecutivo. Per gli altri quattro se la vedranno all’interno Levica e Sd e qui si che voleranno le coltellate tra correnti concorrenti e vicende private.
Ma vediamo le pedine certe: Premier Robert Golob, vicepremier Danijel Bešič Loredan (Movimento libertà), Luka Mesec (Levica)) e Tanja Fajon (Sd). Il nuovo governo avrà 19 dicasteri e uno senza portafoglio Questo sarà il ministero per gli sloveni nel mondo, guidato da Matej Arčon.
I nuovi ministeri saranno il ministero della Solidarietà e del Futuro, guidato da Luka Mesec, il ministero del Clima e dell'Energia, guidato da Bojan Kumer , e il Ministero dell'Istruzione Superiore, della Scienza e dell'Innovazione, guidato dall'ex Rettore dell'Università di Lubiana Igor Papic.
Il ministero degli Affari Esteri sarà rilevato da Tanja Fajon, il ministro dell'Interno sarà Tatjana Bobnar, il ministero della Difesa Marjan Šarec, il ministero delle Infrastrutture Alenka Bratušek , il ministero delle Finanze Klemen Boštjančič , il ministero della Natura e dell'Ambiente Uroš Beržan , il ministero della Giustizia, Amalija Žamelj Dominika Švarc Pipan, il ministro dell'Economia, dello Sport e del Turismo è Matjaž Han e il ministero della Pubblica Amministrazione Sanja Ajanović Hovnik, ministero dell'Istruzione Amalija Žakelj, il ministro della Salute sarà Danijel Bešič Loredannen.
Quasi uguale fin qui il numero dei ministri e delle ministre. I ministri alla guida del ministero della Trasformazione Digitale, del ministero dell'Agricoltura (entrambi nell'ambito della quota Movimento Libertà), del ministero dello Sviluppo Regionale e della Coesione (quota SD) e dei ministeri del Lavoro, degli Affari Sociali e della Famiglia e del Ministero della Cultura (quote di Lrvica) saranno “armonizzati” in seguito.
Mancano alla lista come detto altri 5 dicasteri. Come si vede la coalizione ha svolto alcuni accorpamenti nei ruoli ministeriali anche per snellire la compagine amministrativa. Posta come oramai assodata da tempo la carica di ministro degli Esteri a Tanja Fajon l’assegnazione di quello agli Interni all’ex capo della polizia silurata dal precedente governo ha un significato molto particolare. Ma il capolavoro politico è quello dell’ex premier Alenka Bratušek.
Presente nella coalizione ma fuori dal Parlamento con il suo partito Sab è riuscita ad ottenere l’importante ministero delle Infrastrutture che aveva guidato già in passato. E se la cava egregiamente anche un altro ex premier fuori dal Parlamento ma in coalizione: Marjan Šarec siederà al dicastero della Difesa.
Le oltre sie ore di dibattito interno hanno ovviamente comportato la consultazione del manuale Cencelli, dell’enciclopedia Britannica e della Costituzione slovena altrimetni non si spiega un simile spazio temporale per un trio di coalizione che ha sempre dato l’immagine di essere unito e solidale nei programmi e nelle idee per stilare il nuovo esecutivo.
Ma si sa, il potere logora chi non ce l’ha e tra i vincitori sono in molti a volerlo quel potere. A partire da una Levica rampante che comunque costituirà una sorta di bomba ad orologeria nell’esecutivo in quanto partito molto ideologizzato e intransigente nelle sue battaglie (leggi anti-militarismo). «È stata dura, abbiamo lavorato sodo. Grazie per questo processo davvero veloce, ma lavorando sodo e raggiungendo un accordo oggi, posso dire che soddisfiamo le nostre aspettative e impegni nei confronti dei cittadini per essere questo governo - forte e fermo - molto rapidamente», ha detto Tanja Fajon al termine della riunione.