Coop accelera su prodotti a marchio proprio e annuncia 5mila nuove referenze nei prossimi due anni con un aumento dell’offerta del 50% e un raddoppio dei ricavi – della marca – da 3 a 6 miliardi di euro. Una rivoluzione che arriva come uno schiaffo alla grande industria che «resterà centrale nella distribuzione di Coop» insiste il presidente Marco Pedroni, ma che per forza di cose verrà ridimensionata come peso e presenze: «I nostri clienti troveranno sempre i loro prodotti preferite», ma probabilmente cambieranno le quantità di acquisto e la selezione verrà fatta ancora con maggior attenzione.
Parte così da Coop la «rivoluzione del prodotto a marchio. Un lavoro che non ha fatto nessuno in Italia e in Europa di cambiamento forte e di sviluppo del nostro prodotto – prosegue Pedroni – In un periodo di guerra e inflazione pensiamo possa essere un’operazione che dà una svolta e una scossa a Coop, al mercato della distribuzione ma che possa essere anche importante e funzionale alle famiglie e ai consumatori e a quella parte più debole che si deve aiutare a poter scegliere prodotti di qualità a un prezzo accessibile».
Anche perché la marginalità dei prodotti a marchio proprio è molto più alta rispetto a quella della grande industria e questo dovrebbe permettere a Coop di mantenere intatti i propri margini, garantendo maggiori risparmi ai consumatori e maggiori guadagni ai fornitori.
D’altra parte, l’estensione del prodotto a marchio porta con sé un aumento della rete di imprese fornitrici, agli oltre 500 fornitori storici se ne aggiungono ora altri 250: per l'80% imprese di medie e piccole dimensioni.
«Questo progetto nasce in un contesto che non è quello di oggi, la sua necessità oggi però diventa palese. Questa scelta darà una risposta al consumatore italiano alla ricerca di convenienza» ha aggiunto Domenico Brisigotti direttore commerciale Food Coop.
Tuttavia, Pedroni sottolinea che Coop non sarà «un discount perché se questo paese pensa di avere solo discount va nel fosso. Noi saremo un player che avrà non 2.500 referenze, ma 10 mila. Con un prodotto a marchio molto più importante e siamo convinti che i conti economici ci daranno ragione. Ma non facciamo la guerra né ai grandi marchi né ai discount».
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