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Май
2022

«Pedaggio inutile e senza senso». Cecina, un giorno insieme ai frequentatori dell'Autostrada fantasma - Firma la nostra petizione per abolire casello e pedaggio

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«Pedaggio inutile e senza senso». Cecina, un giorno insieme ai frequentatori dell'Autostrada fantasma - Firma la nostra petizione per abolire casello e pedaggio

Abbiamo parlato con chi si trova a pagare l'obolo a San Pietro in Palazzi: una gabella ingiusta e ingiustificata

CECINA. Già il pedaggio autostradale è salato, dicono. Ma sborsare 0,70 euro per quegli appena quattro chilometri che collegano l’A12 Livorno-Rosignano e la variante Aurelia – tra l’altro in più punti disconnessa e quindi pericolosa – è davvero troppo. Un boccone amaro da buttare già per automobilisti motociclisti, che li fa infuriare e si traduce in una voce unanime: «Il pedaggio deve essere abolito, le istituzioni facciano qualcosa». Lo chiedono da anni – dicono – ma nessuno li ha mai ascoltati. Eppure i numeri di chi oltrepassa il casello di San Pietro in Palazzi (Cecina) sono importanti: il traffico medio, negli anni, è rimasto compreso, fino a Rosignano, fra le 17 e le 18mila auto al giorno, anche dopo l’apertura del nuovo casello di Rosignano, l’8 giugno del 2012, che ha introdotto l’aumento del pedaggio da e per Livorno e il pagamento (oggi) dei 70 centesimi per i quattro chilometri. Pedaggio che – va detto – non vale proprio per tutti, perché con il protocollo d’intesa firmato il 22 maggio del 2012 è stata decisa l’esenzione per i residenti nei dieci comuni della Bassa Val di Cecina (Bibbona, Casale Marittimo, Castagneto Carducci, Castellina Marittima, Cecina, Guardistallo, Montescudaio, Riparbella, Rosignano Marittimo, Santa Luce), ma non per chi abita a Livorno. Esenzione che funziona solo per chi usa il Telepass e, dal maggio 2012, l’ha richiesta al Punto Blu della Sat di Rosignano portando il proprio certificato di residenza. Ma la sostanza non cambia: il balzello fa infuriare, ancora oggi. E proprio in questi giorni Il Tirreno ha avviato una campagna per chiedere l’abolizione del pedaggio. Per tutti. E, nel pomeriggio di sabato 14 maggio, con la collaborazione della concessionaria, la Società Autostrada Tirrenica (Sat), abbiamo parlato con chi percorre spesso quel tratto di strada che, da Rosignano Marittimo, conduce alla barriera di San Pietro in Palazzi (Cecina) . «Non riusciamo a capirne il senso – racconta Matteo Santicchia –. Non capiamo per quale motivo siamo costretti a pagare questo pedaggio. Per noi che arriviamo da Firenze non esiste un’alternativa. Non resta molto da fare: c’è da pagare. Ma c’è una cosa che ci chiediamo ogni volta che passiamo di qui: perché le istituzioni non fanno nulla per abolirlo?».


Dario Cafagna viaggia in sella alla sua moto: sta andando a trovare un amico a Follonica. Non è di qui ma – dice – la storia di quell’obolo da pagare è tristemente famosa. «Sì, fa proprio arrabbiare – precisa senza mezzi termini –. Ma poi: è giusto che chi sia in sella a una moto paghi quanto chi viaggia a bordo di un suv? Credo che la tariffa debba essere rivista. Anzi, cancellata. Una volta per tutte».
Per Silvia Bartalena e Lorenzo Centonze, di Cascina (Pisa), ha senso pagare un servizio. «Ma qui abbiamo difficoltà a capire in cosa consista il servizio – spiegano –: sono troppi soldi per un tratto così breve. In fondo stiamo parlando di appena quattro chilometri». Ma non la pensano così Alice Orsini e Leonardo Manattini di Vicarello (Livorno). «Vogliamo credere che quanto ricavato dalla concessionaria sia poi investito per la sicurezza della tratta di competenza della concessionaria – sottolineano –. È una strada molto trafficata e, di conseguenza, avrà bisogno di una continua manutenzione». Ed è quello che sostiene la Sat: secondo quanto riferito da fonti tecniche della concessionaria, il pedaggio è destinato agli investimenti e alla manutenzione dell’infrastruttura, al costo del personale e a tutti gli oneri previsti dalla concessione con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. «Non riesco a capire cosa paghiamo esattamente – aggiunge Cristian Fenzi –. Ci troviamo di fronte una barriera senza autostrada. Perché, dopo il casello, l’autostrada sfocia in modo naturale nella variante Aurelia. Una strada dissestata in più punti e, di conseguenza, pericolosa. I turisti, forse, non hanno la giusta percezione. Ma noi che questa strada la percorriamo spesso lo sappiamo. E la soluzione non può essere chiedere 0,70 euro per percorrere un tratto molto breve. No, l’obiettivo deve essere quello di investire nelle sicurezza stradale. Le istituzioni ci ascoltino».
«Non capiamo perché la politica non faccia nulla – gli fa eco Adriano Bandini – ma a questo punto c’è un’unica certezza: il corridoio tirrenico resterà incompiuto. Ormai abbiamo perso le speranze». Sì, perché dopo i primi 36,6 chilometri, da Livorno a Rosignano, dei restanti 206 (fino a Civitavecchia) ne sono stati completati appena 19,4 a nord e 15 a sud. E qui bisogna fermarsi. Ma almeno – aggiunge Paolo Simoncini, anche lui in fila al casello – si abolisca il pedaggio. «Non è vero che sono solo 0,70 euro – precisa –. Per chi non è residente e questo tratto di strada è costretto a percorrerlo, magari per lavoro, è una gabella salata. In molti hanno perso la speranza, ma è giusto continuare a lottare. Per provare a cambiare lo stato delle cose».
Letizia Colella sta tornando nella sua Livorno. Quando le chiediamo che idea si sia fatta della gabella scuote il capo. «È ingiusta e, per questo, firmerò la petizione del Tirreno: chissà che questa non sia la volta buona», dice. Apre un piccolo borsello, inserisce le monete nella cassa automatica e prende il resto con disappunto, prima di ingranare la marcia e rimettersi in viaggio.

FIRMA QUI LA NOSTRA PETIZIONE PER ABOLIRE CASELLO E PEDAGGIO DALL'AUTOSTRADA DI CECINA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 




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