Dopo l’ennesimo litigio accoltella il compagno e poi chiama i soccorsi: denunciata per lesioni aggravate

I vicini di casa li avevano sentiti litigare più volte e – in passato – avevano già chiamato le forze dell’ordine. Quello della notte scorsa era soltanto l’ennesimo diverbio. Urla, porte che sbattevano, colpi sui mobili che si sentivano in tutto il condominio Gardenia, al civico 57 di piazzale Cella. Ma l’ultima lite tra la coppia originaria di Santo Domingo – entrambi quarantenni e senza lavoro – nella notte tra sabato e domenica, verso le 3, nata per futili motivi, è degenerata in un accoltellamento.

La donna ha preso un coltello da cucina e si è scagliata contro il convivente procurandogli due ferite da arma da taglio all’altezza dell’addome, una più superficiale, l’altra più profonda. È stata la stessa donna a chiamare i soccorsi: gli operatori del 118 hanno trasportato l’uomo in ospedale per tutti gli accertamenti medici. Le sue condizioni sono buone. La 40enne è stata denunciata in stato di libertà per lesioni aggravate. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine che hanno avviato le indagini per raccogliere tutti gli elementi necessari per ricostruire quanto accaduto nell’appartamento al primo piano.

Come raccontato dai vicini, sono state numerose le volte in cui hanno sentito litigare la coppia. «Quindici giorni fa – affermano Carlos Alvarez e la compagna – la donna aveva bussato al nostro appartamento per chiedere aiuto. Li sentivamo discutere, anche violentemente, e già in passato avevamo chiamato le forze dell’ordine perché temevamo che quelle discussioni potessero degenerare così come è poi successo. La scorsa notte abbiamo prima sentito urlare e poi dei rumori come se si stessero picchiando. A un certo punto il silenzio interrotto dalle sirene e poi dall’arrivo dei soccorsi». Le scorse settimane c’era stata un’altra lite violenta, ma quella volta all’esterno del condominio. «Qui si fa fatica a dormire la notte – aggiunge Solidea Ottogalli – tra le urla e anche la musica a tutto volume raramente c’è pace. Abbiamo telefonato più volte alle forze dell’ordine per fermare i litigi ma poi tornavano a gridare».