Ronzulli: “Stupita dalle critiche di Gelmini. Con i ministri diversità di vedute”
La senatrice di Fi: «Vertice con Fdi e Lega a giorni, Berlusconi ricucirà. Nel centrodestra manca generosità: dal 2018 non si lascia spazio a tutti»
Licia Ronzulli è stata nominata commissaria in Lombardia, una scelta che ha scatenato le polemiche di Mariastella Gelmini che ha accusato la senatrice e capo della segreteria di Silvio Berlusconi di esercitare un potere assoluto sul partito. Lei nega di aver puntato a quella poltrona.
Senatrice Ronzulli la sua nomina in Lombardia ha suscitato molte critiche. Sta prendendo troppo potere?
«Sono un soldato nelle mani del presidente Berlusconi. Mi ha chiamato sabato sera e, da figlia dell’Arma, ho risposto: presente!».
Forza Italia è divisa?
«Assolutamente no, stiamo dando prova di forza e di unità. Chi ci racconta divisi vuole male alla nostra forza politica e al nostro Presidente. Abbiamo avuto mesi difficilissimi, confortati soltanto dall’inesauribile ottimismo e voglia di fare del presidente Silvio Berlusconi, ma ormai da un anno siamo in crescita costante e assolutamente centrali. “Determinati e determinanti”, come ha detto Berlusconi a Roma. Per questo mi sono stupita di leggere ricostruzioni diverse».
«Sono preoccupata per le amministrative» ha detto ieri Gelmini, condivide i suoi timori?
«Io sono preoccupata più per il nostro Paese e per gli italiani che devono affrontare una crisi senza precedenti. Sul piano politico dobbiamo occuparci, e non preoccuparci, di rappresentare al meglio chi ci ha votato e chi ci vota, dobbiamo fare sempre di più. Sono ormai settimane che giro l’Italia, dobbiamo lavorare per essere centrali e dettare l’agenda del governo, per dare forza e attenzione a chi ha governato bene in questi anni. E magari a portare a casa riforme importanti come l’autonomia regionale, concentrerei le energie su queste cose, per questo siamo entrati al governo».
Esiste un conflitto tra ministri e dirigenti del partito?
«Esistono ruoli diversi e questo, in qualche circostanza, crea differenti punti di vista. È normale e sano, siamo una forza politica dove si discute per poi fare sintesi. Ci sono alcuni temi sui quali Forza Italia ha le idee chiarissime. Guardi la questione del catasto. Comprendo la difficoltà di chi è un importante dirigente di Forza Italia e, allo stesso tempo, ministro di un governo di coalizione, di una coalizione all’interno della quale ci sono Cinque stelle e sinistra radicale, a farsi portavoce di una posizione che minoritaria dentro al governo. Ma siamo in questo governo per fare cose giuste, senza derogare dai nostri principi, come quello che “la casa non si tocca”. Questo, però, non lo chiamerei conflitto, ma normale dialettica».
I leader del centrodestra da quattro mesi non si vedono nemmeno per un caffè, come farete a governare insieme?
«Non si vedono, ma si sentono, in ogni caso mi auguro ed ho fondate ragioni di immaginare, che si incontreranno presto, magari già nei prossimi giorni. I tempi sono maturi perché si torni a parlare di futuro e non del passato».
La crescita nei sondaggi di Giorgia Meloni vi preoccupa?
«Non c’è da preoccuparsi se a crescere è un alleato, cioè se la coalizione di centrodestra si rafforza. È chiaro che Meloni guida un partito diverso dal nostro, che ha una collocazione diversa dalla nostra. Anche io, come Berlusconi, penso che sia stato un errore per il Paese che Fdi abbia scelto di rimanere fuori da questo governo, ma la scelta, com’è evidente, ha pagato dal punto di vista elettorale. Noi abbiamo fatto una scelta diversa: abbiamo pensato al Paese e abbiamo evitato la deriva di sinistra e M5s».
Berlusconi può essere il mediatore tra i litiganti del centrodestra?
«È sempre stato così, Berlusconi ha sempre saputo governare il centrodestra grazie alle sue grandi capacità umane, investendo la sua esperienza di imprenditore prima e uomo delle istituzioni poi. Ha saputo mediare senza strappi e lo ha fatto con generosità, lasciando spazio e diritto di tribuna ad alleati che avevano il 3%. Questa stessa generosità è mancata dal 2018 ad oggi».
La vicenda dei balneari mette a repentaglio il governo?
«Penso di no, sarebbe ridicolo mettere a rischio un governo di salvezza nazionale, in un momento come questo, con aziende che rischiano di chiudere perché l’energia costa troppo e con il rischio di avere un inverno senza termosifoni. Sono sicura che sapremo difendere la storia e tradizioni dei nostri imprenditori balneari ed eviteremo che calino sulle nostre spiagge investitori cinesi o, peggio, la malavita».
Serve un voto in parlamento sulla politica estera come chiede Conte?
«Non serve perché abbiamo già autorizzato il governo con la risoluzione all’inizio della guerra. Contemporaneamente bisogna percorrere con sempre maggiore forza la strada del negoziato per la pace. Non si usi la guerra per fare propaganda come fa Conte».
L’ingresso nella Nato di Finlandia e Svezia è positivo?
«Non si può scendere a compromessi sul diritto all’autodeterminazione, sulla sovranità di un popolo e il diritto che ha di prendere decisioni all’interno della propria democrazia. Speriamo che la tempistica non finisca per aumentare la tensione: il conflitto deve essere fermato il prima possibile».
La legislatura arriverà alla sua fine naturale?
«Sarebbe un rischio interromperla prima. Sarebbe, soprattutto, un controsenso. Abbiamo 10 mesi difficili davanti, siamo determinati a dare concreta realizzazione alle importanti decisioni che abbiamo preso con il Pnrr. Lavoriamo a testa bassa e pensiamo al Paese. Poi, all’inizio dell’anno prossimo, chiediamo agli italiani di scegliere e, così facendo, torneremo a un governo politico, con un programma omogeneo, capace di imprimere una svolta. L’ultimo, democraticamente eletto, risale al 2008».