Reggio Emilia, «più che raddoppiate le scommesse online»

REGGIO EMILIA. «Il gioco d’azzardo online sta online sta soppiantando la rete fisica». È la fotografia in anteprima di Enrico Malferrari.
L’educatore professionale reggiano presiede il Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo (Conagga).

Gli ultimi dati regionali (relativi al 2019) mostrano come 1.139 cittadini in Emilia Romagna abbiano problemi legati all’azzardopatia. Nel 2019 i reggiani seguiti dall’azienda sanitaria locale erano 198. Malferrari osserva le cifre con crescente preoccupazione.

«L’andamento del gioco d’azzardo in rete è già ampiamente in crescita a partire dal 2012 – analizza Malferrari –. È stato un momento in cui i mercati online hanno avuto una grande ristrutturazione e soprattutto le scommesse iniziavano a non avere più un certo “appeal”. Allora il target giovanile non rispondeva però al richiamo del gioco d’azzardo».

La “ristrutturazione” accennata dal presidente nazionale riguarda gli stessi mezzi con cui oggi è possibile puntare.

«Il mercato delle scommesse si è trasformato – aggiunge il presidente – e oggi si concentra sulla modalità “in diretta”. È possibile scommettere sull’esito dei risultati e su qualsiasi elemento di una partita come i calci
d’angolo, i marcatori, il primo giocatore ammonito».

Le diverse modalità con cui è possibile scommettere in rete possono determinare conseguenze nella “fidelizzazione” di coloro che scommettono.

«La polverizzazione delle offerte allarga le opportunità possibili – aggiunge il presidente – e di riproporre gli stessi meccanismi tipici delle “slot machine”».

Ovvero? «Ripuntare immediatamente per tentare di recuperare le perdite», specifica Malferrari. Negli ultimi due anni i meccanismi sono cambiati ulteriormente. I dati aggregati non sono ancora disponibili. Tuttavia, il presidente nazionale riflette sulle cifre parziali.

«Nel 2019 le giocate online raccoglievano circa il trenta percento del mercato complessivo – garantisce il presidente – Il discorso è cambiato dopo il 2020. I primi dati non sono ancora definitivi, ma risultano ampiamente confortanti come affidabilità ci dicono che l’online è arrivato al 62-63 percento del mercato complessivo, soppiantando la rete fisica».

Di fatto, la percentuale delle puntate online – nello spaccato offerto dal presidente – è più che raddoppiata. La riduzione degli spostamenti e il maggior numero di ore passate tra le mura domestiche sono fattori che possono aver determinato l’accelerazione.

«Il “boom” è stato durante il lockdown – osserva Malferrari –. Sicuramente le persone che erano dedite alla rete fisica hanno superato la soglia tecnologica. Tali persone probabilmente oggi al posto di recarsi nei bar giocando alle slot online. Inoltre, un pubblico molto giovanile sta rispondendo».

Quanto giovanile? Per il Conagga si tratta dei “secondi adolescenti”. «Sono giovani tra i venti e i trent’anni in procinto di uscire di casa – spiega il presidente – e di svincolarsi dalla famiglia. Sono generazioni che stanno iniziando a chiedere aiuto soprattutto per le scommesse sportive e il “trading online”, su cui bisognerebbe discutere molto. Il mercato specifico sta crescendo moltissimo negli ultimi anni e i “broker” sono aumentati clamorosamente».

Il presidente cita dati del 2019 sull’azzardopatia in Italia. «L’Emilia Romagna si situa al quarto posto tra le regioni con 1.607 euro a persona – sottolinea Malferrari – alle spalle di Abruzzo, Lombardia e Campania. Reggio Emilia è la seconda tra le province dopo Modena con 1.722 euro a persona, ancor più sia della media regionale sia di quella nazionale (1.462 euro pro capite)». Il presidente riflette su espressioni quali “gioco d’azzardo”, “ludopatia” e “azzardopatia”, prediligendo l’ultima espressione.

Malferrari denota limiti nell’azione politica italiana. «L’introduzione del divieto di pubblicità è un segnale positivo – considera il presidente – ma tutti gli ultimi governi hanno fatto il conto con potentissime lobby. In Italia non è ancora stata varata una legge chiave. Serve una buona legge che non lasci soli i sindaci e i territori a fronteggiare il tema».

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