Molestie all’adunata, la Regione: «Giusto condannare ogni forma di violenza ma dagli alpini abbiamo molto da imparare»
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La Commissione regionale pari opportunità uomo/donna del Fvg: «Sono l’essenza della solidarietà e del volontariato, non può pagare l’intero Corpo». Le donne Cisl: nessuna attenuante per gli autori di simili azioni
UDINE. Due punti di vista diversi sulle denunce per molestie all’adunata degli alpini di Rimini. Il primo proviene dalla Commissione regionale pari opportunità uomo/donna del Friuli Venezia Giulia, il secondo dal Coordinamento donne della Cisl Fvg. Per la Commissione regionale pari opportunità «va sicuramente condannata qualsiasi forma di violenza e molti commenti riportati meritano di essere poco tenuti in considerazione».
La presidenza della Commissione sottolinea innanzitutto che i primi a prendere le distanze e a condannare quanto accaduto sono stati proprio gli alpini, a detta dei quali i responsabili vanno individuati e severamente puniti. «Spiace però leggere – sottolinea la Commissione – che i fatti denunciati vengano ricondotti all’evento nel suo complesso, a cui hanno partecipato 450.000 persone circa, e non ai singoli colpevoli. L’onorato Corpo degli alpini si raduna da decine di anni e non si è mai evidenziata una situazione del genere».
Le penne nere, assieme alla Protezione civile – prosegue la commissione – sono l’essenza della solidarietà e del volontariato. Non si può permettere che a fare le spese di queste denunce sia l’intero Corpo, fermo restando che le donne e le ragazze coinvolte devono assolutamente sporgere denuncia.
La presidenza della Commissione condanna, però, le generalizzazioni e il discredito verso tutti gli alpini per il comportamento intollerabile, e sicuramente da condannare, di alcuni. «Perché dagli alpini, in fatto di altruismo e solidarietà, abbiamo molto da imparare – afferma ancora la Crpo Fvg – che si rammarica che non sia stata data la stessa enfasi mediatica a quanto pare sia successo in occasione dell’Eurovision Song Contest».
Piuttosto che abolire una manifestazione, meglio prevedere controlli più serrati e convincere le donne a denunciare subito. La commissione non ha potuto ignorare i commenti del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza sul caso di Rimini: «Quanto ai commenti postumi giunti dai vertici dell’amministrazione comunale di Trieste, certi ragionamenti non possono essere tollerati, a maggior ragione se provengono da una figura istituzionale come un primo cittadino. Non è una questione di battuta infelice o goliardica, purtroppo è quell’atteggiamento e quel modo di esprimere pensieri, anche se assunti con leggerezza, che tutti assieme dobbiamo contrastare ed estirpare definitivamente».
Netto il giudizio delle donne della Cisl: «Non c’è attenuante che possa giustificare comportamenti non graditi e addirittura molesti, ed è per questo che, rispetto ai fatti di Rimini, il Coordinamento Donne della Cisl Fvg confida che la magistratura accerti quanto prima le responsabilità, in modo che episodi del genere non si ripetano e che la prossima adunata a Udine possa segnare davvero un momento di fiducia, serenità e di festa per tutti, così come è sempre stato».
«Qui non si tratta di sminuire il valore e l’operato delle penne nere, ma di chiarire come sono andate le cose, tenendo in debito conto le segnalazioni e denunce già depositate» prosegue il Coordinamento. «Il quadro che sta emergendo – commenta la segretaria della Cisl Fvg, Claudia Sacilotto – è inquietante e spero che se ci sono altre donne, rispetto a quelle che si sono fatte già avanti, ad aver subito molestie, abbiano il coraggio e la forza di denunciarle alle autorità competenti».
«Riteniamo inaccettabili – proseguono Sacilotto e la coordinatrice delle donne Cisl Fvg, Alessia Cisorio – i tentativi di sminuire quanto accaduto o di cercare scuse, ancor peggio facendo passare le donne molestate come colpevoli». È poi davvero deprimente e preoccupante – si sottolinea da parte della Cisl – che ci siano persone, anche impegnate in ruoli pubblici e istituzionali, che si permettono di esprimere concetti sessisti e retrogradi, senza cogliere l’essenza di quelle molestie di gruppo e quindi esserne allarmate.