La vita da pensionato del campione di sci Schmalz: ora fa lo scultore, il suo Cristo in legno a Piancavallo
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L’ex “Valanga azzurra” opera nel laboratorio di Castello di Aviano. Ha terminato un Cristo anche per la Val di Fassa
Un altro crocifisso opera di Helmuth Schmalz domina una montagna. Dopo quello sul monte Tremol, installato il 3 novembre 2020 allo sgancio della vecchia seggiovia di Piancavallo, a giugno sarà posizionato su una croce alta 5,5 metri quello di Campitello, in Val di Fassa, trasferito dal laboratorio di Castello di Aviano del campione della “valanga azzurra” proprio in questi giorni.
«All’ingresso della Val Duron ricorderà una giovane guida, figlio di un amico, morto a gennaio 2021 a causa di una valanga al passo Pordoi». Etienne Bernard, 27 anni, era maestro di sci e, sulle orme del padre Renato, guida alpina ed alpinista. Era partito per una gita con le pelli verso il Torrione Roma, su quelle montagne che conosceva bene e amava tanto: non avrebbe più fatto ritorno a casa.
«Il senso vero di questo crocifisso – dice il campione di sci oggi scultore 74enne – è di ricordare ai giovani che amano la montagna, che va avvicinata, goduta e apprezzata. Ma che è anche elemento della natura e pertanto non va sfidata. Sono tanti, purtroppo, coloro che perdono la vita in montagna, anche di grande esperienza. Vorrei fare riflettere: non sempre si può avere tutto, a tutti i costi, forzando la natura.
È giusto apprezzare la libertà, ma non è illimitata. Quando muore un giovane lascia un grande dolore nei genitori».
Nasce in questo contesto il crocifisso, nell’ambito di un forte legame tra Helmuth Schmalz, Renato Bernard e il fratello, che è sindaco di Campitello. «Stavamo pensando a come ricordare Etienne. Così è nata l’idea del Cristo».
Come quello sul Tremol, dove non arriva per caso. L’artista, infatti, è stato per tredici anni, dal 1975 al 1989, direttore tecnico e sportivo della stazione turistica, dopo essere stato per sei anni direttore tecnico delle squadre maschili di sci italiane e per 17 responsabile per la Federazione internazionale di sci della sicurezza delle piste.
Helmuth Schmalz aveva praticato attività agonistica dal 1968 al 1975, campione con la Valanga azzurra e prese parte, in vari ruoli, a nove olimpiadi.
Dal 2015 è in pensione e ha scelto di stabilirsi a Castello di Aviano dove opera in un laboratorio in mezzo al verde: «È estremamente affascinante – dice con una grande dose di serenità e altrettanta di umiltà – e posso finalmente lavorare su cose che avrei voluto fare sin da giovane. Sono solo agli inizi, alla A dell’Abc: da qualche anno è cominciata la mia ricerca artistica».
Arrivando dalla Val Gardena, la sua indole non poteva che essere quella della scultura del legno. «Negli anni Settanta/Ottanta in Gardena un migliaio di scultori smisero l’attività a causa dell’inflazione del prodotto. Le piccole sculture si facevano già con i pantografi».
Ora, il Comune di Campitello intende sviluppare un itinerario per mountain bike tra la Val Duron, la Val Gardena, le Alpi di Susi: «Il Crocifisso viene collocato in una delle tappe. Sotto, una panchina: ecco perché sarà posto di riposo e di riflessione. Un invito ad avere meno fretta. Ognuno lo potrà interpretare come meglio crede. Vede, io non sono praticante, ma ciò non toglie il rispetto per la figura di Cristo, che ha un grande significato».
Intagliato su legno di tiglio, come quello di Piancavallo (e anche della chiesa della stazione) su tronco sradicato da Vaja, è alto 2,60 metri; l’apertura delle braccia è di 2,5 metri e pesa 150 chili. È frutto di sette mesi di lavoro e di studio «perché se sbagli, non puoi rimediare. Le maggiori difficoltà? Le misure e l’anatomia. Studio con calma: me lo posso permettere perché non è una fonte di guadagno, ma una volontà interiore di ricerca».
Partita quest’opera per la Val di Fassa, Helmuth Schmalz pensa al futuro: «Vorrei provare a realizzare una pietà».