In tanti per l’ultimo saluto a don Di Piazza, l’arcivescovo: «Fece proprio l'amore di Gesù per i poveri e gli ultimi»
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foto da Quotidiani locali
POZZUOLO. «Grazie Pierluigi». Ed è ancora troppo poco per l’eredità spirituale che ha lasciato il prete degli ultimi. Nel giorno dell’ultimo saluto, al Centro Balducci di Zugliano, centinaia, forse migliaia, di persone hanno accompagnato tra gli applausi, ripetuti e sentiti, don Pierluigi Di Piazza verso il percorso obbligato a cui è stato costretto da un male feroce che l’aveva colpito pochi mesi fa.
E nel dire addio a un grande uomo di fede sono emerse anche le distanze che da sempre lo separavano dalla Chiesa locale. Due modi diversi di vivere la vocazione. Don Pierluigi, fino all’ultimo, ha raccomandato ai suoi più stretti collaboratori di andare avanti: «Lo faremo, ma non sarà la stessa cosa», ha rivelato suor Marina, la religiosa da 14 anni al fianco di don Pierluigi, ringraziando a nome del Centro e delle sorelle della Sacra famiglia di «aver potuto fare un cammino di fede con lui».
L’addio a don Di Piazza ha richiamato tantissime persone. Decine di sindaci, di sacerdoti, rappresentati istituzionali, della cultura e della scienza, alcuni hanno seguito la cerimonia seduti attorno alla bara coperta dalla corona di fiori della famiglia, altri l’hanno fatto dalla chiesa e dagli spazi esterni dotati di mega schermi.
È stato un addio solenne: «Anche in questa prova estrema – ha sottolineato nell’omelia l’arcivescovo monsignor Andrea Bruno Mazzocato –, don Pierluigi ci ha lasciato testimonianza di grande forza d’animo e di profonda fede e speranza cristiana».
E dopo aver spiegato che le letture suggerite da Vito Di Piazza erano quelle scelte, 47 anni prima, da don Pierluigi per la celebrazione della sua prima messa a Tualis, l’arcivescovo ha rievocato l’amore di Gesù fatto proprio da don Pierluigi per i poveri: «A loro si dedicò con preferenza particolare sia con le parole che con le opere come testimonia il Centro Balducci, sua eredità per tutta la Diocesi».
Le parole del presule hanno lasciato intendere un possibile impegno a portare avanti la struttura con lo stesso spirito di don Pierluigi. Ma il momento più toccante è stato quando Vito Di Piazza, si è rivolto al fratello dicendogli «caro Pierluigi un cerchio si chiude ma se ne aprono altri perché tu continuerai a consegnarci le bussole esistenziali.
Il tuo modo di essere umile nasce solo in chi ha il dono della vera e profonda fede e non si riveste di spiritualismo che non alimenta nessuna persona, tanto meno in chi dice di professarli e di trasmetterli agli altri. Credi in una Chiesa fuori dal tempio al servizio dell’umanità. Sei un profeta, sono sicuro che sarai con i tempi dovuti riconosciuto tale».
Tra gli applausi scroscianti, Vito Di Piazza ha detto con schiettezza che la Chiesa locale, a differenza delle istituzioni che hanno premiato l’impegno di don Pierluigi, «non ha mai utilizzato la sua laurea in Teologia, peccato. Hanno perso grandi occasioni e spero che qualche dubbio venga».
Vito Di Piazza ha chiarito che don Pierluigi non lascia beni materiali, «i beni li hai creati per gli altri». Ha citato l’arcivescovo emerito, monsignor Alfredo Battisti, il presule che aveva invitato i cresimanti a seguire gli insegnamenti di Pierluigi per evitare che si allontanassero dalla Chiesa.
Altrettanto ha fatto don Giacomo Tolot, uno dei 12 firmatari della Lettera di Natale, ricordando le parole condivise «con i compagni e le compagne di strada: pace, giustizia e accoglienza. Sono indimenticabili i richiami di Pierluigi davanti alla base Usa di Aviano».
E ancora: «Grazie a Pierluigi abbiamo conosciuto la famiglia Regeni chiedendo a ogni occasione opportuna o non opportuna verità e giustizia per Giulio. Pierluigi è stato fedele anche a un’istituzione che non sempre ha corrisposto il suo intensissimo amore, forse distratta da necessità di rispondere a forme e strategie non sempre corrispondenti alla lettera del Vangelo».
Sono stati interventi profondi che, nel giorno dell’addio, hanno raccontato colui che vive ancora tra noi. Mercoledì 18 maggio la salma di don Pierluigi raggiungerà Tualis, in Carnia: riposerà nel luogo dove iniziò la storia dell’uomo che aveva deciso di essere prete. —
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