Over 50 non vaccinati: in Friuli Venezia Giulia inviate 30 mila multe da 100 euro
Dalla ricezione della comunicazione ci sono 10 giorni per dimostrare di essere in regola oppure esenti
UDINE. Alla fine le multe sono arrivate, ma con esse anche i tanti ricorsi per errori nella compilazione oppure perché si basano su dati non aggiornati. L’Agenzia delle entrate, infatti, ha inviato in queste settimane – così come previsto dal Governo di Mario Draghi – oltre un milione di sanzioni da 100 euro in tutta Italia ad altrettanti no-vax.
Si tratta, nel dettaglio, della multa stabilita per gli over 50 che non si sono immunizzati alla data del 1º febbraio, sommati al personale della scuola, delle forze dell’ordine, dell’esercito e, ovviamente, della sanità non in regola con gli obblighi di legge che, appunto, impongono a queste categorie la vaccinazione anti-Covid. Non ha alcun effetto, inoltre, il fatto che l’obbligo decadrà tra meno di un mese – esattamente il 15 giugno – perché le sanzioni andranno comunque pagate.
In Friuli Venezia Giulia, in particolare, al momento sono state notificate dall’Agenzia delle Entrate 30 mila 350 multe a fronte di un pacchetto di non vaccinati che, tenendo in considerazione soltanto gli over 50, e non le categorie obbligate dalla norma nazionale, è superiore alle 50 mila unità.
Stando ai numeri del Governo, aggiornati quotidianamente anche con la fine della struttura commissariale guidata da Francesco Paolo Figliuolo, in Friuli Venezia Giulia (al 19 maggio) risultavano non aver ricevuto nemmeno una dose di vaccino anti-Covid 22 mila 359 residenti compresi nella fascia tra 50 e 59 anni, 15 mila 664 sessantenni, 10 mila 953 persone con un’età tra 70 e 7 9 anni e 1.933 over 80.
Numeri che vanno sommati, come detto, al personale obbligato alla vaccinazione, ma anche a coloro che non hanno completato il ciclo di immunizzazione (booster compreso) e che dunque comporta un sicuro aumento dei sanzionati in regione.
La norma, proseguendo, prevede che la sanzione vada pagata non oltre i 60 giorni dopo il ricevimento, ma anche che il multato abbia dieci giorni di tempo per dimostrare di essere in regola con la legge inviando il proprio certificato vaccinale oppure presentando apposita esenzione rilasciata da un medico specialista. In Italia, fino a questo momento, sono più di 85 mila i ricorsi annunciati, anche se in molti hanno commesso l’errore di rivolgersi al ministero della Salute quando, invece, bisogna bussare alle porte delle Aziende sanitarie di riferimento.
Certo, è quantomeno balzano che un cittadino sia chiamato a fornire alle Aziende documenti che sono loro stesse a produrre, ma spesso gli errori nell’invio delle sanzioni sono dovuti al fatto che il ministero della Salute individua i non vaccinati utilizzando i dati contenuti nelle tessere sanitarie dei cittadini dove, evidentemente, non sempre sono inseriti in maniera corretta.
Tralasciando le sanzioni e analizzando l’andamento della campagna vaccinale, inoltre, non è difficile sostenere come questa sia sostanzialmente ferma, tanto in Italia quanto in Friuli Venezia Giulia. A livello nazionale, ad esempio, basti pensare che mercoledì si sono registrate appena 498 prime dosi, 1.315 richiami e 8 mila 412 booster, mentre in regione sono soprattutto le quarte somministrazioni a testimoniare come la maggior parte dei cittadini, ormai, giudichi il Covid al pari di una malattia non allo stesso livello di pericolosità di qualche mese or sono.
La quarta dose è finora disponibile per le persone che sono state sottoposte alla terza iniezione da almeno quattro mesi e non hanno contratto il Covid dopo il richiamo. Nello specifico, si tratta di cittadini che devono aver compiuto almeno 80 anni, ospiti delle strutture per anziani, soggetti vulnerabili di età uguale o superiore a 60 anni affetti da una patologia considerata particolarmente a rischio.
Si tratta di categorie deboli, che nelle prime fasi della pandemia avevano subìto più di altre l’aggressività del virus. Parliamo, in sintesi, di oltre 105 mila persone residenti in Friuli Venezia Giulia con, tuttavia, appena il 10,4% che ha risposto all’appello dei medici e del ministero della Salute.