Pedavena, il rimorso del padre: «Non sapevo che Luca vivesse in macchina»
Giuseppe Rudatis piange il figlio trovato senza vita in auto. «Non ci diceva nulla, non l’abbiamo abbandonato»
PEDAVENA. Il padre straziato lo ha gridato al mondo: «Non sapevamo che Luca vivesse in macchina». La drammatica fine di Luca Rudatis, 38 anni, trovato morto domenica nella sua auto parcheggiata in via Risorgimento a Pedavena, ha provocato commozione in Agordino, terra d’origine del ragazzo, figlio di Giuseppe Rudatis, il “Barone delle Dolomiti”.
Il ragazzo aveva formalmente residenza a Borgo Valbelluna ma era di fatto senza fissa dimora. Nell’auto sono stati trovati dai carabinieri vari oggetti personali che hanno fatto ipotizzare che quella macchina fosse ormai la sua casa. Assieme a numerosi “vuoti” di vino e di birra, i sanitari hanno ritenuto la morte compatibile una grave intossicazione alcolica.
E il papà, conosciutissimo ad Alleghe e in tutto l’Agordino, ieri ha lanciato un messaggio accorato attraverso l’emittente agordina Radio Più. Luca Rudatis, mio figlio.
«Io e la mia ex moglie non eravamo al corrente che ultimamente viveva in auto», ha scritto Giuseppe Rudatis all’emittente, «a noi diceva che andava regolarmente al lavoro, che aveva preso in affitto un appartamento e viveva con una sua nuova amica. Non ci aveva mai detto nulla dei sui drammi, e non aveva chiesto aiuto. L’avessimo saputo mai l’avremmo lasciato lì da solo. Andavo a prenderlo e me lo portavo a casa o da sua madre».
«Aveva il problema dell’alcool è vero», ha scritto ancora il padre all’emittente, «le abbiamo provate tutte io e mia moglie, lo abbiamo messo in comunità, portato più volte all’ospedale, ci diceva che non beveva più e invece la realtà era un’altra. Quello che voglio far capire è che non è stato abbandonato, ci eravamo fidati di quanto di raccontava ed è giusto che chi vi legge ed ascolta conosca anche questa verità».
Intanto lunedì è stata effettuata l’ispezione medico legale esterna sulla salma, ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria. Servirà un po’ di tempo perché arrivino i risultati degli esami tossicologici effettuati sulla salma per chiarire la causa esatta della morte del 38enne.